Enrico Pieranunzi al teatro Bonci

Rimini

CESENA. Nell’ambito della scena internazionale della musica jazz, la figura di Enrico Pieranunzi è di quelle che contano, in grado di segnare anche la storia musicale degli ultimi decenni del Novecento accanto agli inizi del nuovo millennio.

Questa sera alle 21 il pianista, compositore, arrangiatore e jazzista romano si esibisce al teatro Bonci nell’ambito della stagione concertistica nel recital “Piano solo story”. Artista eclettico e a tutto tondo, la sua è una presenza autorevole che si lega ai più importanti festival internazionali, da quelli americani, europei, asiatici e consolidata da una lunga attività che si fregia della collaborazione di moltissimi nomi illustri del jazz di livello mondiale. Tra di essi: Chet Baker, Art Farmer, Irio De Paula, Lee Konitz, Marc Johnson, Joey Baron.

Di lui si contano registrazioni per oltre 70 cd, tra cui l’ultimo album del 2013, “Live at The Village Vanguard” che segna un primato, la prima registrazione per un musicista italiano nel cuore dello storico club di New York, da sempre tempio del jazz internazionale. Al jazz si è accostato giovanissimo, sin dagli anni Settanta, in parte attraverso la passione trasmessagli dal padre, senza comunque dimenticare le radici che risiedono in una formazione pianistica rigorosamente classica, provenienza che a tutt’oggi contraddistingue il suo stile e il suo linguaggio musicale nel tocco e nella raffinatezza armonica.

Un dna tutto in famiglia quello dell’amore per la musica come scelta di vita, e d’altronde anche lo stesso fratello Gabriele è uno dei più valenti violinisti italiani. Nella cifra stilistica dell’artista ritroviamo quindi una perenne ricerca e una grande vena creativa: connotati dell’ambito di esecuzioni attraversate dalla bellezza impeccabile delle sue libere improvvisazioni. Non è un caso dunque, che la sua arte dell’improvvisazione abbia ottenuto successi particolarmente significativi proprio nella “Grande Mela” terra del jazz e sia più volte stato insignito di onorificenze come miglior musicista italiano, miglior musicista europeo con il “Django d’or”.

Innanzitutto, maestro, in che cosa consiste il suo Piano solo story che dà il titolo al concerto di questa serata?

«È un itinerario musicale variegato che comprenderà varie tappe: miei brani originali, standard americani di Gershwin e altri autori riproposti in mie versioni particolari, libere improvvisazioni».

Tra i suoi ultimi album in solo ritorna con molta passione a reinterpretare nel suo stile d’improvvisazione jazzistica i grandi maestri del Barocco, in particolare Domenico Scarlatti, poi Bach e Haendel. Come mai l’esigenza da lei sentita così fortemente, di un tale accostamento nell’ambito della musica jazz?

«Nella mia vita musicale, jazz e classica, fin dall’inizio sono andati a braccetto come due compagni di viaggio che si conoscono, si vogliono bene e magari amano anche scherzare un po’... L’improvvisazione d’altra parte era intensamente praticata dai grandi maestri del barocco che in realtà – può sembrare una stranezza, ma non lo è – avevano verso la musica, soprattutto quando erano al cembalo, un atteggiamento da “jazzisti”».

In alcuni suoi concerti è solito accompagnare il pubblico con spiegazioni su ogni brano; in definitiva un modo per acculturare sui diversi stili dell’improvvisazione.

«Acculturare, certo, ma anche comunicare, condividere. Parlare al pubblico aiuta a comprendere meglio quello che può esserci dietro a un brano, il perché di un titolo, le caratteristiche estetiche e stilistiche di un pezzo rispetto a un altro. Ma soprattutto rende il musicista meno distante e dischiude agli altri un retro-mondo che spesso rimane sconosciuto. Sarà un grande piacere per me farlo anche in occasione di questo concerto nella città di Cesena».

Un’anteprima al concerto si tiene alle ore 20.15, nel foyer del teatro a cura di Mauro Casadei Turroni Monti.

Info: 0547 355959

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