Guido Guidi, foto senza rumore

Rimini

RAVENNA. Si apre all’insegna della fotografia la nuova stagione del Museo d’arte della Città di Ravenna, che dall’11 ottobre 2014 all’11 gennaio 2015 ospiterà “Veramente”, grande retrospettiva dell’indiscusso maestro Guido Guidi curata da Silvia Loddo (che da anni segue attivamente le ricerche e l’attività didattica di Guidi) e forte della collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e il museo Huis Marseille di Amsterdam.

«Il mio ruolo – spiega Loddo – è un po’ quello di “secondo” curatore, in quanto il progetto è nato per volontà di Agnès Sire, direttrice della Fondation Henri Cartier-Bresson. Ma ciò che mi premeva davvero era che questa mostra, dopo Parigi e Amsterdam, si concludesse a Ravenna, città in cui Guidi ha frequentato il liceo artistico e dove dal 1989 insegna fotografia all’Accademia di belle arti».

Cesenate, classe 1941, dalla fine degli anni sessanta Guidi realizza importanti ricerche personali, indagando il paesaggio e le sue trasformazioni e sperimentando al contempo il linguaggio fotografico stesso. I suoi scatti sono stati esposti in istituzioni italiane e internazionali – tra cui il Fotomuseum di Winterthur, il Guggenheim e il Withney Museum di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Biennale di Venezia – e sono state pubblicate in numerosi libri. «Non è facile parlare di Guidi nei termini celebrativi che gli spetterebbero – dice ancora la curatrice della mostra –, perché non gli si adattano. Proprio la misura è una delle qualità significative del suo lavoro. La sua fotografia, infatti, è poco rumorosa, come le cose che osserva. Piuttosto pensa. Pensa in modo antiretorico, senza necessità di giudizi e conclusioni, in un costante tentativo di conoscere anziché definire, accennando anziché enfatizzare, in maniera discreta, interessata più al processo che ai risultati».

“Veramente” ripercorre quarant’anni di carriera di Guido Guidi, i cui maestri sono stati da una parte i pittori italiani del Rinascimento, da Piero Della Francesca a Domenico Veneziano e Antonello Da Messina, dall’altra i fotografi americani del novecento, da Walker Evans a Paul Strand, Stephen Shore, Lee Friedlander. Attraverso le fotografie e i libri si passa dagli esperimenti in bianco e nero degli anni settanta, alle serie a colori come “Preganziol”, una bellissima serie, piena di semplicità e mistero realizzata nel 1983 all'interno di una stanza vuota di una casa nell’omonimo paese del trevigiano, oppure “In between cities”, un itinerario fotografico percorso, alla metà degli anni novanta, lungo il tracciato dell’antico asse viario tra la Russia e Santiago de Compostela. Fino al recente lavoro sui paesaggi ordinari della Sardegna contemporanea, realizzato nel 2011 su commissione dell’Istituto Regionale Etnografico.

Ma perché questo titolo, “Veramente”? «Oltre a essere il titolo di una foto che ho eseguito tempo fa – spiega Guidi – “veramente” è un termine ambiguo, una parola insidiosa formata da “vera” ma anche da “mente”, che richiama la menzogna. Una contrapposizione che mi è piaciuta subito». Al Mar verrà inoltre eccezionalmente esposta anche una selezione di fotografie di Ravenna, proposte dal fotografo come un omaggio alla città, che «tra le righe – aggiunge Guidi – è anche un omaggio a Michelangelo Antonioni».

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