Cinema e audiovisivo: arriva la legge di sistema che investe 14 milioni

 

BOLOGNA. Le nuove “Norme in materia di cinema e audiovisivo” dell’Emilia-Romagna sono legge: l’Assemblea legislativa della Regione il 22 luglio scorso ha approvato una normativa “di sistema” che, come recita il primo articolo, «promuove, sostiene e valorizza le attività cinematografiche e audiovisive, quali strumento di libera espressione artistica e creativa, di formazione culturale, di coesione sociale, di valorizzazione dell’identità culturale, di innovazione e sviluppo economico nonché di promozione del territorio anche con riferimento allo sviluppo dei linguaggi multimediali».

Ma l’asciutto linguaggio normativo forse non esprime pienamente la “rivoluzione” che la nuova legge implica. A parlarne, allora, è il relatore, Thomas Casadei, consigliere regionale forlimpopolese membro della Commissione Cultura.

«Quella appena approvata è la prima legge che prevede investimenti significativi nel settore: da ora al 2020 verranno impegnati 14 milioni di euro contro i 150.000 all’anno finora previsti per la Film commission! Questo cambiamento è reso possibile dall’integrazione di diversi ambiti operata da una vera “legge di sistema”, che vede cinema e audiovisivo come realtà culturali ma anche produttive».

Per la nostra regione infatti si parla di circa 800 imprese con 4.000 occupati.

«Infatti: ed è un settore di competenze, tecniche e creative, importanti ma a volte non riconosciute visto che mancavano di un supporto. Invece il Fondo sociale europeo a cui si attinge consente proprio di realizzare stage e momenti di formazione per ampliare e consolidare tutto questo».

Un punto forte è che si tratta di una “legge di sistema”.

«Sì, perché chi valorizzerà, attraverso la documentazione, la storia dei territori sarà sostenuto: la sua operazione comporterà infatti anche una valorizzazione turistica del territorio stesso. Senza contare poi l’impatto sulle politiche giovanili attraverso il supporto a percorsi di produzione, e a piani di alfabetizzazione e formazione critica tramite cinema e audiovisivo anche in prospettiva della costruzione di una cittadinanza attiva».

Questo, per quanto riguarda il settore specifico, ma per il resto delle attività culturali?

«L’asse cinema-audiovisivo diventa strategico in una prospettiva di sviluppo culturale, lavorativo e di promozione del territorio. Del resto si inserisce all’interno del progetto Europa creativa 2020 da cui trae una parte dei fondi e a cui guarda per le strategie di promozione culturale. Una volta affermatosi l’impianto posto in essere dalla nuova legge, si potrà partire infatti dal settore specifico utilizzandone le reti e la metodologia per generare ulteriori percorsi».

Ma che ruolo avrà ora la nuova Film commission e come sarà composta?

«Regione e territori devono mettere in rete le alte competenze di cui dispongono, e farne un volano riguardo alla cultura, con una visione d’insieme in cui l’investimento sul “distretto regionale diffuso” crea un nuovo bacino produttivo di qualità. In questo scenario, la Regione mantiene un ruolo di regia e individua strategie e criteri di assegnazione dei fondi a reti di Comuni che ne diventano interlocutori e infrastruttura allo stesso tempo. Si travalicano quindi i confini territoriali istituzionali, per esempio pensando alla nostra realtà come a quella di un “distretto Romagna” che per alcuni aspetti è già operativo».

Sta pensando ai “tavoli” che le diverse città romagnole hanno messo a disposizione di Ravenna capitale europea della cultura 2019?

«Anche, al progetto What if?, e alle tante iniziative che enti locali, imprese e singoli stanno realizzando all’interno di queste “cornici”. Proprio grazie a una progettazione diffusa, esiste già infatti un asse legato al patrimonio cinematografico e alla sua valorizzazione e protezione: e la legge tiene in particolare considerazione le realtà che documentano il nostro tempo. Penso ai 4 milioni già stanziati per la digitalizzazione delle sale cinematografiche, specialmente quelle dei centri storici e i cinema d’essai, alle nuove frontiere della documentazione audio e video e allo sviluppo delle competenze e delle tecnologie ad esse legate. Insomma, la legge pensa all’oggi ma anche al domani: e ai nuovi percorsi che i giovani potranno e dovranno intraprendere per documentare le nuove realtà e per costruire da tutto questo occasioni di lavoro inedite».

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