Bruno Valeri, Il cantautore elettronico

Rimini

RIMINI. «Sono invisibile. Una pausa precisa tra momenti perfetti e per questo così sospetti». Si presenta così dal suo sito, il cantautore “elettronico” riminese Bruno Valeri. Ma invisibile non lo è per la sua città che lo segue con affetto dal 1989, anno in cui debuttò come voce e co-autore dei Mediterranea, gruppo che proponeva canzoni con sonorità elettroniche vicine alla wave inglese. Dopo i successi della band raccolti con i due album, di cui l’ultimo Immersioni profonde ha vinto nel 1998 il Mei, dal 1999 Valeri ha intrapreso altre strade, dapprima con il gruppo hip hop Npa, poi con Fulvio Mennella nel 2004 e tante tappe importanti, fino ad arrivare all’avventura da solista, cominciata nel 2009. Nel 2012 è uscito per la Pms studio il primo album Straniero in bilico tra electropop, trip-hop e wave, con particolare attenzione ai testi. Il mese scorso ha visto la luce il nuovo singolo Balcanica, il cui video, con protagonisti il cantautore e l’attrice riminese Maria Costantini, sta già raccogliendo i primi consensi in rete.

Ma ripartiamo dal principio. Valeri, cosa ha rappresentato per lei l’esperienza dei Mediterranea?

«Per me è stata l’educazione sentimentale alla musica, ha rappresentato i primi passi e le prime canzoni. Tutto il mio lavoro successivo ha sempre fatto riferimento al modo di lavorare di quel gruppo. Il nostro punto di forza era l’improvvisazione che avveniva tutti insieme e questo tipo di lavoro è ciò che mi manca di più. Nell’ambito riminese in quel periodo c’era una scena musicale molto ricca, ma per via dei mezzi a disposizione (al massimo i sintetizzatori) era abbastanza anomalo fare musica elettronica».

Nel corso degli anni ha sempre mantenuto la stessa ricerca stilistica?

«Sì, la mia ambizione è riuscire a scrivere canzoni tradizionali inserite però in un ambiente elettronico. Una sorta di cantautorato elettronico».

E i testi come nascono?

«Non ho mai scritto delle vere e proprie storie. I testi nascono sempre da un concetto di partenza, una suggestione. Per esempio Balcanica deriva dall’idea dell’abbandono. Ho trascorso un periodo in Siria per lavoro e in quel momento ho scritto il pezzo che parte quindi dal sentirsi invisibile, abbandonato e indifeso in un paese straniero. In un secondo momento il concetto è passato a un’apertura nei confronti di un mondo che non si conosce e che quindi si intende scoprire abbandonandosi alla sua sensualità. Spesso partendo da un’immagine vado avanti per associazione di idee».

Il concetto dell’invisibilità o dell’estraneità sembra ricorrere nel suo lavoro...

«È vero, ma nello scorso album il termine invisibile aveva un’accezione più negativa e sofferta. Riguardo al sentirmi straniero, diciamo che tendo a guardarmi da fuori cercando il più possibile il punto di vista oggettivo che un certo distacco potrebbe permettermi».

Cosa c’è tra i suoi progetti futuri?

«A breve uscirà un ep. Io ed Emilio Albertoni stiamo inoltre lavorando a realizzare dei live nel miglior modo possibile per rendere l’estemporaneità e la precisione del suono elettronico, come è già accaduto con Straniero». In attesa di queste significative novità per il 2014, Valeri saluterà il 2013 con il video del singolo Balcanica girato tutto intorno all’aeroporto di Rimini insieme a Marco Sanchini in un susseguirsi di sequenze tra la terra e il cielo, la realtà e la sospensione da essa.

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