Perdersi o ritrovarsi... Art you lost?

Rimini

SANTARCANGELO. Si entra in una foresta. Un labirinto di piante e di sussurri. Poi nel cortile della scuola elementare Pascucci, alle pareti compaiono grandi schermi. Scorrono i visi e i testi degli sms delle 369 persone che lo scorso anno hanno partecipato al progetto “Art you lost?” delle tre compagnie Muta Imago, lacasadargilla e Santasangre. Quest’anno questo lavoro sulla perdita e sulla memoria è tornato al Festival internazionale del teatro in piazza, ed è diventato «specchio della comunità, opera collettiva». Come in “Alice attraverso lo specchio”, dalla realtà concreta, da piazza Ganganelli, si entra attraverso il portone dell’edificio, in un mondo altro, un mondo-universo dove «le tracce lasciate lo scorso anno, segni del presente e del passato, sono esplose – racconta Riccardo Fazi dei Muta Imago –. Questa non è una semplice installazione, non c’è solo osservazione, ma anche partecipazione emotiva. Abbiamo voluto esporre queste tracce in modo che siano loro a parlare, senza sguardi d’artista».

Da molteplici tubi escono le voci che ricordano momenti significativi di vita. Chiusi in palle di vetro ci sono gli oggetti lasciati a formare una vera e propria installazione sottomarina. La mappa di Santarcangelo è ora un insieme di intricati percorsi e tragitti dell’anima. «È uno spazio in cui riconoscersi, in cui l’individuo è individuo, ma allo stesso tempo fa parte di una condivisione di passati che raccontano di una generazione, di una identità collettiva».

Quali sono stati gli oggetti più bizzarri lasciati dai partecipanti?

«C’è di tutto, da una penna alla ruota di scorta della prima macchina guidata, ma si possono riscontrare due tipologie di oggetti: quelli lasciati perché si vuole dimenticare qualcosa e quelli lasciati come speranza di ritrovare se stessi e come rilancio verso il futuro».

“Art you lost?” è visitabile fino a domenica dalle ore 21 a mezzanotte e mezza.

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