Maazel e la Romagna, L'incanto e l'affetto

Rimini

 

RAVENNA. Personaggio tra i più conosciuti e apprezzati del panorama musicale attuale, è scomparso domenica negli Stati Uniti a 84 anni Lorin Maazel, direttore d’orchestra (ma anche violinista e compositore) tra i più significativi di sempre. Dal 2002 fino al 2009, succedendo a Kurt Masur, aveva assunto il ruolo di direttore musicale della New York Philharmonic. Nel 2006 era diventato direttore musicale a vita della Symphonica Toscanini e il primo direttore musicale dell’Orquestra de la Comunitat Valenciana, rimanendo in carica fino a oggi. Con l’Italia il maestro ebbe un rapporto intenso, lavorando a Venezia, Bari, e anche con Ravenna aveva un rapporto privilegiato, con ben sette partecipazioni al Ravenna festival, ultima delle quali nel 2006, quando diresse proprio il concerto inaugurale della New York Philharmonic. «Maazel è stato uno dei più grandi interpreti del secolo scorso – lo ricorda la direzione –. Il suo intenso legame con il festival risale alla prima edizione nel 1990, in quell’occasione per due concerti con la Filarmonica della Scala, e si è poi rinnovato negli anni seguenti che l’hanno visto tornare a Ravenna moltissime volte sul podio di alcune delle grandi orchestre (Staatskapelle Dresden, Bayerischen Rundfunks, Philharmonia Orchestra, fino alla New York Philharmonic) che ha guidato nel corso della sua luminosissima carriera».

Così lo ricorda invece, sulla sua pagina Facebook, il maestro ravennate Paolo Olmi: «Uno dei musicisti più straordinariamente dotati che abbia conosciuto, estremamente simpatico sul podio e a tavola. Mi ha dato consigli e anche suggerito “arcate” semplici e geniali che uso ancora. Ha creduto in me all’inizio della mia carriera, affidandomi l’Orchéstre National de France per la prima esecuzione in tempi moderni del Guillaume Tell di Rossini a Parigi. Lo ricordo con grande ammirazione e gratitudine».

A Rimini Maazel c’era stato più di una volta. Il pubblico della Sagra musicale malatestiana ebbe l’onore e il piacere di applaudirlo nel 1994 sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Pittsburg e nel 2005, quando si presentò con la Filarmonica Toscanini. Per lui Giampiero Piscaglia, direttore della Sagra, ha solo parole di ammirazione: «Era un uomo amatissimo dagli orchestrali, un direttore con grandi capacità intuitive, estro e talento innato. Maazel era una persona coltissima, amabilissima e raffinato buongustaio. È rimasto famoso negli ambienti musicali un aneddoto che lo vide protagonista con la melomane Simona Moroni, presidentessa dell’associazione Romolo Valli di Rimini. A lei chiedemmo di assistere a Cagliari, per conto della Sagra, a uno dei primi esperimenti multimediali nella musica sinfonica proposto da Maazel: lo scopo era capire se potevamo riproporlo a Rimini. Simona, grande esperta e conoscitrice di musica, dopo lo spettacolo andò a cena con Maazel: quella sera, fra una portata e l’altra, fra i due cominciò un siparietto, una gara all’ultimo sangue sulle arie del melodramma italiano. Giocarono a chi le conosceva a memoria. Ma entrambi erano così preparati che cantarono senza sosta fino alle quattro del mattino. Del concerto a Rimini non si fece nulla, ma tra Simona e Lorin nacque una bellissima amicizia. La capacità innata di entrare dentro la musica con freschezza e spontaneità è dote rara: forse, Maazel, della sua generazione, era uno degli ultimi talenti».

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