Il Kruger più crooner in teatro per cantare l'amore da uomo

Rimini

 

LONGIANO. Un fuori programma per chi ama la canzone; una canzone classica, una canzone che parla d’amore, non sdolcinata, né languida o contrita. Una canzone piuttosto d’autore che sa parlare d’amore con profondità e con ironia, divertimento, che sa creare atmosfere struggenti, melanconiche, che incide un solco da ripercorrere. È una canzone che Lorenzo Kruger, leader dei Nobraino ama proporre. Stasera alle 21 al teatro Petrella alle 21 presenta “Amore d’autore” accompagnato dal pianista jazz Massimiliano Rocchetta. Nessuna rinuncia al gruppo con il quale invece sta continuando la tournée; solo il piacere di ricavare un po’ di tempo per sé, per interpretare pezzi famosi con proprio sentimento e con quella caratteristica voce che viene dal basso: Carosone, Buscaglione, Conte, De Andrè, Tenco, Ciampi e alcuni brani di Lorenzo. Si annuncia un concerto intimo e intimistico (presentato nell’autunno 2013 al Premio Riccione per il teatro), nel quale il leader dei Nobraino va alla ricerca di qualche respiro più ampio e personale, spinto dal piacere di cantare in un periodo di vita esaltante quale è stato per lui l’ultimo anno, con la nascita della figlioletta Olivia.

Lorenzo, si sente un po’ crooner?

«Mah, forse un poco. Mi concedo un momento dove riesco a cantare suoni più difficili a riprodursi, anche tecnicamente, nei concerti con la band. Cerco espressioni diverse, più colori rispetto a quelli che riesco a esprimere su di un palco rock».

Quali canzoni prevede la scaletta?

«Ad esempio “Chella là” di Carosone, “Eri piccola” e “Buonasera signorina” di Buscaglione, “Mi sono innamorato di te” di Tenco, “Te lo faccio vedere chi sono io” di Ciampi, per arrivare a “Wanda” e “Come mi vuoi?” di Conte, o alle mie “Bifolco”, “Lo scrittore”, “Film muto” e altre che vedremo al momento».

Qual è la costante?

«Direi che è la durezza dell’uomo forte che scrive d’amore, l’inflessibilità sotto alla quale si cela malinconia, ma non fragilità così come la si intende oggi. C’era, in quel modo di scrivere, una sorta di robusta solidità, un piglio sicuro, lontano da debolezze. Sono cresciuto con le immagini di quelle figure, affascinato da quelle proiezioni ostinatamente forti».

Che sotto però, celavano pure fragilità umana.

«Forse, ma non direi smarrimento, debolezza così come è opinione diffusa dell’uomo d’oggi, contrapposta all’emancipazione femminile. È certamente cosa giusta l’esaltazione di autonomia, di energica forza femminile, ma sarebbe anche il caso di non contrapporla alla debolezza maschile, ma di recuperare anche una personalità forte dell’uomo».

Cantare diviene in questo caso per lei una “prova d’attore?

«Diciamo che ho sempre avuto velleità interpretative e questo concerto mi offre tale possibilità. Mi piace comunque intrecciare le due componenti del mio lavoro, questa più in solo insieme con quella corale dei Nobraino; il concerto live rimane in entrambi i casi la nota distintiva».

Euro 12-10. Info: 0547 665113

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