Franco Branciaroli al Bonci di Cesena

Branciaroli, dopo il Jean Valjean dei Miserabili di Victor Hugo, eccola professore musulmano in un drammatico scambio epistolare, in un teatro quasi di narrazione. Come si sente?
«In scena sono sprofondato in una poltrona, non mi muovo da lì. Il mio compito, così seduto, è di fare sì che le lettere non abbiano l’intonazione di uno che legge, ma possiedano profonda interiorità, come interiori sono le riflessioni che fioriscono fra questo padre e sua figlia. Le orecchie stanno dritte perché è interessante ascoltare, per i problemi scottanti che mette sul piatto. È curioso che uscito da un romanzo come “I miserabili”, continuo con un altro testo letterario».
Racconti di questo padre e di sua figlia.
«Il padre è un professore musulmano, che vive in un paese islamico. Sua figlia un giorno sparisce, fino a inviargli una lettera dove scrive “sono in Siria arruolata nelle falangi dell’Isis”. Da lì comincia un rapporto epistolare. Come è stato possibile, si domanda il padre, che una come te che io credevo di conoscere… e la figlia continua picchiando duro sull’Occidente».
Temi all’ordine del giorno, qui espressi fra due generazioni a confronto; come si risolveranno i contrasti ideologici?
«Drammaticamente per entrambi. Il padre avverte Nour di essersi schierata con islamici non autentici, traditori del profeta. La figlia infatti, che ha sposato un guerrigliero dell’Isis, sarà da questi costretta a farsi esplodere, e dunque pagherà sulla propria pelle la crudeltà di quel mondo. Ma pagherà anche il padre che perderà la figlia che ama. È profondo il rapporto d’amore sottolineato da Benzine fra i due. L’autore lascia comunque una speranza, la nipotina verrà consegnata al nonno».
Una vita nel teatro con i maggiori registi italiani; ma è vero che il suo approccio al teatro nacque per volontà di evitare il militare?
«È così, non sapevo affatto cosa fosse l’attore. Avendo lasciato l’università, avrei dovuto fare il servizio militare. Un’attrice mi disse: c’è una scuola a Milano che dà la possibilità a chi la frequenta per tre anni, di rinviare il militare. Così mi iscrissi alla scuola del Piccolo!». Sabato 30 marzo alle 18 incontro col pubblico. Info: 0547 355959
