«Prendete la rincorsa e partite»: ecco il manuale per ragazze rivoluzionarie

LUGO - RIMINI. È in Romagna per un doppio appuntamento, Giulia Blasi: scrittrice, giornalista, autrice e voce Rai nel programma radiofonico “Hashtag Radio1”, presenta il suo libro Manuale per ragazze rivoluzionarie stasera venerdì 22 marzo a Lugo, nella sala conferenze dell’hotel Ala d’oro (ore 21) e domani pomeriggio, sabato 23 marzo, su invito del Coordinamento Donne Rimini, alla Cineteca riminese alle 17.30.

Ma è possibile “insegnare” a fare la rivoluzione?

«In realtà, in tutte le rivoluzioni, qualcuno ha dato delle linee guida basate, chiaramente, sulla parola. Quindi con un approccio scherzoso cerco di presentare il tema della condizione femminile senza fare costruzioni filosofiche sul femminismo, quanto piuttosto con una “chiamata alle armi” che dia strumenti e faccia sentire alle donne di non essere sole. Del resto non ho mai avuto molto riguardo per l’ortodossia, perché credo che l’azione femminista evolva con i tempi, che condizionano le modalità di lotta. Anche per questo la mia generazione, quella delle quarantenni, non può essere dirimente: la linea non possiamo dettarla noi, che avremmo dovuto farlo a vent’anni. Invece ci siamo ritrovate impotenti, senza che la generazione precedente ci passasse alcun testimone, e isolate… Per le ragazze invece oggi ci sono più opportunità: su tutte, la Rete, che facilita il contatto, lo scambio di impressioni e informazioni».

Quindi, come per il tema ambientale, lei pensa che siano i giovani la risorsa per un cambio di marcia sulla questione femminile…

«Sì: l’importante è prendere la rincorsa, e partire… lo dico alle ragazze, ma vedo anche tanti uomini, sempre di più, che si sentono oppressi dalla struttura patriarcale della società».

La cronaca però ci mostra tanta violenza, e sentenze che sembrano giustificare persino l’omicidio.

«E infatti non si può abbassare la guardia: nella Lega, per citare uno dei partiti al governo, la visione sul femminile è molto chiara, come lo è la strategia sulla violenza contro le donne: punitiva e non preventiva e culturale. A parte però che le pene sono mai deterrenti, la Lega è imbevuta di patriarcato, una mentalità che porta alla violenza perché relega la donna a uno specifico di madre-moglie, fino alle estreme conseguenze del “ti ammazzo se non fai come dico io…”».

E la mimosa dell’8 marzo lascia un po’ il tempo che trova…

«Anche perché la cultura italiana vede il femminismo come difesa di diritti, del resto elementari, e non lo inserisce nella costruzione del dibattito politico. Siamo il 52 per cento della popolazione… ma non contiamo nulla!».

E quante poche donne, nel nostro Paese, nelle stanze dei bottoni!

«Il culto del capo ha sempre limitato la nostra nazione: e se la destra alza la voce ma va verso sempre meno contenuti, la sinistra si è svuotata nella ricerca di chi le dicesse cosa doveva fare. Ma la proposta politica viene dal confronto di idee, non da chi convince e vince, o dalla figura carismatica: questa è la politica dei maschi, per i maschi!».

Qualche consiglio alle ragazze rivoluzionarie, allora, da una combattente come lei?

«Non avere paura della propria voce, né di affrontare temi che non riguardano il femminile. Non avere paura di sbagliare: bisogna buttarsi anche prima di essere… quattro volte migliori dei maschi! Non avere paura di parlare anche se si è giovani, come sta facendo Greta Thunberg: una ragazzina che non è fatta di zucchero filato e di unicorni come la vorrebbe l’immaginario, ma si propone come una leader. E infine, non cedere alla frustrazione. Il cambiamento è lento: ma possibile».

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