Il male che seduce, un gotico “Dracula” per Rubini e Lo Cascio

Rimini

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Serena macrelli

Due carismatici interpreti del teatro. Attori e registi del palcoscenico e del grande schermo. Insieme, di nuovo. Dopo il successo di Delitto e castigo, Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini tornano a sfidare i testi classici con Dracula, in programma questa sera, domani e giovedì al teatro Galli (ultimo spettacolo dei turni A, B e C). Come nel capolavoro di Dostoevskij, anche in quest’ultima pièce sarà la dimensione psicologica, l’anabasi verso l’interiorità, a coinvolgere gli spettatori.

La storia è quella che Bram Stoker scrisse nel 1897. Da lì Sergio Rubini (anche regista) e Carla Cavalluzzi sono partiti per l’adattamento teatrale: al centro il talento dei due protagonisti e una scelta scenografica dal forte impatto. Lupi che ululano, nebbia che avvolge, cavalli dalle narici infuocate. Tutto il mistero e l’inquietudine dell’oscura Transilvania, in cui si nascondono insidie vere e immaginarie. Le atmosfere gotiche di Dracula si materializzano, diventano anche specchio delle più profonde e celate tempeste interiori del procuratore londinese Jonathan Harker, arrivato dalla capitale inglese per incontrare il conte Dracula. Il castello, immerso in un buio viscerale, si manifesta come un vero e proprio luogo di sepoltura. L’Ade è lì. Il regno dei morti viventi, delle ombre che si rivelano le paure più remote, si mostra piano piano. Da una monumentale scala al centro della scena i due “avversari” scendono per incontrare se stessi, colpiti da luci come lame, dai rintocchi ossessivi di una pendola che scandisce il tempo che parla di eternità e dal silenzio che precede l’apparire di ciò che azzannerà e ucciderà. La tensione si fa corpo nel “duello” tra Johnathan e il Conte. Un Dracula che, rispetto al romanzo, diventa ancor di più rappresentazione del male. Male che seduce, male che ha origine nell’inconscio e che attende solo la giusta occasione per manifestarsi. È questa la strada interpretativa scelta da Rubini che aggiunge questo spettacolo al lungo elenco delle sue regie e delle sue interpretazioni, in cui da sempre fonde dimensione ironica e dimensione psicologica, tra inquietudini e manie. La stessa cifra espressiva di Lo Cascio. Una coppia attoriale quindi che promette e ha già dato prova di sintonia e che ha convinto Rubini nell’impresa di portare in scena un classico della letteratura, affrontato fino ad ora più in ambito cinematografico che teatrale.

Lo Cascio presenta domani
il suo libro al Museo della Città

Luigi Lo Cascio inoltre non è solo attore e regista dalla carriera ricchissima (basti ricordare La meglio gioventù di Giordana, Baarìa di Tornatore o il più recente Smetto quando voglio di Sibilia), ma anche uno scrittore appassionato. Domani, alle 17.30 al Museo della Città, presenterà la sua prima opera letteraria dal titolo Ogni ricordo un fiore (Feltrinelli). L’autore dialogherà con Vera Bessone, caposervizio Cultura & Spettacoli del Corriere Romagna, approfondendo alcuni temi che emergono dal romanzo. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Inizi degli spettacoli alle 21.

Biglietteria: 0541 793811

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