«Il ritratto di un’umanità che forse deve ancora venire»

CATTOLICA. Le assi del Teatro della Regina di Cattolica sono pronte per accogliere lunedì 4 marzo “I miserabili”: la grandezza del capolavoro di Victor Hugo e la potenza di Franco Branciaroli, guidate dalla regia di Franco Però, su adattamento di Luca Doninelli.

Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il Ctb-Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de Gli Incamminati con un cast di ottimi attori, spesso impegnati in più ruoli.

Branciaroli, lei veste i panni di Jean Valjean. Come si è trovato con questo personaggio?

«Questo non è un testo teatrale vero e proprio, bensì un romanzo – spiega l’attore –. Il personaggio descritto dal drammaturgo è molto diverso dalla figura tracciata nelle opere letterarie: Hugo descrive in maniera dettagliata i pensieri del protagonista, mentre in una drammaturgia sarebbe lui stesso a parlare. I ruoli sono in questo modo funzionali alla narrazione della vicenda e c’è una maggior facilità di fruizione, oltre che di interpretazione. In questo momento storico il pubblico, a teatro, sembra sempre più attratto da operazioni legate alla narrativa. Il mio personaggio è uno strano santo; una figura angelico-faustiana. Il ritratto di un’umanità che forse deve ancora venire».

Pensa si possano osservare nel testo aspetti legati alla contemporaneità?

«Oggi si parla di povertà, ma penso ci sia molta differenza con la miseria terribile raccontata in queste pagine che vedeva gli uomini morire di fame e di freddo. Potrebbe esserci un parallelismo con alcuni risvolti della miseria umana e con il conflitto tra l’uomo e la legge. Nel testo la giustizia non comprende che talvolta la bontà, incarnata da Jean Valjean, possa infrangere la norma per scopi più alti. Questo si respira anche in certi processi italiani attuali o nel ruolo della magistratura che entra in politica».

Che rapporto ha con la Romagna?

«Ho un ottimo rapporto con il Sangiovese, la carne alla brace e lo squacquerone! È una terra che mi è sempre stata simpatica».

Cosa c’è tra i suoi progetti futuri?

«Continuerò a essere molto impegnato con la tournée de “I miserabili”, che proseguirà anche il prossimo anno, quindi per ora mi concentrerò su questo spettacolo».

Tutti – i creatori e gli attori – affrontano il progetto con grande emozione: portare questa opera su un palcoscenico è un’impresa sicuramente temeraria, e si trema davanti a «millecinquecento pagine – come sottolinea Luca Doninelli, che ha accettato la sfida dell’adattamento – che appartengono non solo alla storia della letteratura, ma del genere umano, come l’Odissea, la Divina Commedia, il Don Chisciotte o Guerra e pace».

«Dopo anni in cui, allo Stabile, attraverso la drammaturgia, abbiamo indagato il microcosmo della famiglia (“Scandalo” di Schnitzler, “Play Strindberg” di Dürrenmatt), apriamo ora lo sguardo al macrocosmo della società», aggiunge il regista Franco Però.

La scenografia, firmata da Domenico Franchi (artista di grande esperienza e scuola, che è scenografo e pittore) ha saputo coniugare una necessaria astrazione, alla concretezza della materia. È dominata da tre elementi che sembrano una rivisitazione degli antichi periaktoi (il periaktos era una macchina scenica utilizzata nel teatro greco e nel latino), che si muoveranno sempre, offrendo la possibilità di continui mutamenti di scena e di sfondo. E si è intuito poi, che rimanderanno all’immagine di libri di cui gli attori apriranno e muoveranno pagine diverse, attraversando il grande romanzo di Hugo e il suo mondo, basso e alto, tragico e mutevole.

Inizio alle 21.15
Info: 0541 966778

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