Le bagnanti degli anni ’50 e la storia del bikini in Romagna

Rimini

La storia del costume da bagno femminile rivela la consapevolezza e l’orgoglio del proprio corpo da parte delle donne che abbandonano progressivamente gli scomodi e castigati costumi di lana imposti dalla morale corrente. L’operazione è favorita dai materiali come il nylon, dagli stilisti e dalle attrici famose che propongono nuovi canoni di bellezza inclusa l’abbronzatura, assolutamente evitata in passato. Nel dopoguerra questa voglia di libertà e di emancipazione è ancora più sentita tanto che Louis Réard nel 1946, rifacendosi alle figure delle atlete ritratte nei mosaici della Villa Romana del Casale a Piazza Almerina, propone il due pezzi, mutandina e reggiseno, che lascia scoperto l’ombelico. Nasce così il “bikini”, tanto esplosivo quanto le bombe atomiche testate nell’atollo delle Marshall dal quale prende il nome.

L’esuberante ed estroverso Celso Miselli (Bologna 1908 – Rimini 2000) trapiantato a Rimini dal 1933, nel primo dopoguerra pratica una pittura molto personale, ricca di contrasti e di colori vivaci, prima di convertirsi all’informale. Nel 1950 dipinge la bagnante che sembra indossare un succinto due pezzi bianco ultima moda mentre si asciuga. L’abbigliamento e la pelle arrossata fanno pensare a una turista “forestiera”, progressista e poco condizionata dall’ambiente locale.

Federico Moroni (Santarcangelo 1914-2000), nel 1954 realizza una delle sue prime donne prosperose sedute al sole sulla spiaggia, tipiche della sua produzione futura. In questa occasione la bagnante ritratta esibisce un composé, fazzoletto e pagliaccetto dello stesso tessuto: una nota di ricercata eleganza, inusuale per gli stessi personaggi ritratti abitualmente dall’artista. Nello stesso anno Francesco Nonni (Faenza 1885-1976) dipinge Tedesche sulla spiaggia, un tema che ripropone in altre tele e disegni di quel periodo. Un’opera tutta ironicamente giocata sulla sintesi grafica e coloristica dei volumi di questi “mammiferi spiaggiati” sotto il sole della riviera romagnola. La ragazza in posa sulla spiaggia di Miramare alla fine degli anni Cinquanta dipinta da Domenico Dalmonte (Brisighella 1915-1990) risale al “periodo dei ritratti”, come scrive l’artista stesso su “Schizzi biografici dedicati alla Grafica e alla Pittura” pubblicato da Editrice La Mandragola di Imola nel 2015. La giovane sfoggia un costume bianco intero come quello indossato in molti film dalla bellissima nuotatrice e famosa attrice Esther Williams. Bianco, intero, senza spalline e ampiamente scollato è anche il costume della bagnante dipinta da Anacleto Margotti (San Potito di Lugo di Romagna 1895-Imola 1984) mentre, languidamente distesa sulla sabbia, prende il sole ad occhi chiusi. La produzione di Margotti, principalmente dedicata alle figure appartenenti all’ambiente rurale e alle attività ad esso connesse, in questo soggetto a lui poco familiare, mantiene quelle larghe e pastose campiture di colore con i contorni ben definiti e la grafica che enfatizza il gesto e la vitalità dei protagonisti della scena.

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