Saluti da Rimini: quando Hemingway si fermò in città

San Marino

RIMINI. Una cartolina con l’immagine del Tempio Malatestiano spedita da Rimini al poeta e amico Ezra Pound firmata Hem, cioè Ernest Hemingway (così lo chiamavano gli amici). È grazie a questo documento – datato 22 marzo 1927 e ritrovato nell’immensa biblioteca dell’Università di Yale tra gli “Ezra Pound Papers” – che veniamo a conoscenza del soggiorno dello scrittore e giornalista statunitense nella città romagnola. Un “passaggio” non di poco conto, ottimamente ricostruito in alcuni articoli dallo studioso riminese Moreno Neri.

Classe 1954, Neri è stato, negli anni Ottanta e Novanta, un imprenditore di eventi culturali e luoghi del loisir. Dal Duemila si è dedicato alla scrittura, curando, commentando e traducendo dall’inglese, dal francese, dal latino e dal greco antico. Dal 2007 pubblica anche per Bompiani.

A San Marino per il certificato di battesimo

Ma cosa ci faceva Hemingway a Rimini? Lo scopo del viaggio era quello di recuperare a San Marino il suo certificato di battesimo per sposare in seconde nozze Pauline Pfeiffer. Battesimo ricevuto, insieme all’estrema unzione, da don Giuseppe Bianchi quando fu ferito e dato per spacciato a Fossalta del Piave.

A ricostruire il viaggio riminese dell’autore del Vecchio e il mare, Addio alle armi e altri capolavori letterari è proprio Neri: è grazie a lui, ai suoi studi e alle sue ricerche se oggi sappiamo della presenza di Ham nella città di Sigismondo Malatesta, personaggio amato da Pound che al condottiero ha dedicato il poema Malatesta Cantos.

Da Mentone alla Romagna

«Tempo fa, nel gennaio 2017, mi aveva piuttosto incuriosito il racconto di Hemingway Che ti dice la Patria? (in italiano nel testo), scritto tra aprile e gli inizi di maggio del 1927, che si concludeva, con lieve ironia: “Seguitammo ancora per due ore dopo che era già scesa la sera, e quella notte dormimmo a Mentone. Mi sembrò gaia pulita e deliziosa. Eravamo andati in macchina da Ventimiglia a Pisa e Firenze e attraverso la Romagna, fino a Rimini e al ritorno passando per Forlì, Imola, Bologna, Parma, Piacenza e Genova di nuovo a Ventimiglia. L’intera gita era durata solo dieci giorni. Naturalmente, in così poco tempo, non avevamo avuto modo di farci un’idea del paese né dei suoi abitanti”. Che ti dice la Patria? apparve la prima volta col titolo Italy-1927 in New Republic il 18 maggio 1927 e fu ripubblicato col suo nuovo titolo in Men without women nell’ottobre 1927. Mi era capitato di leggerlo, contenuto nella copia de I quarantanove racconti nella vecchia traduzione di Giuseppe Trevisani (1924-1973) nell’edizione degli Oscar Mondadori che possiedo dal 1972, ricercandola in uno dei tanti scaffali delle mie librerie».

Saluti da Rimini a Ezra Pound

«In quel periodo curavo per la testata web Rimini 2.0, diretta dall’ottimo Claudio Monti, una serie di articoli intitolata “Saluti da Rimini”, in cui raccontavo di personaggi famosi che avevano visitato Rimini, dai tempi del Grand Tour al Novecento. Un ideale seguito di un mio libro, Visitatori celebri nel Tempio di Rimini (Raffaelli Editore, Rimini, 2004). La menzione di Rimini nel racconto di Hemingway aveva sollecitato la mia curiosità. Naturalmente l’amicizia di Pound e Hemingway è stata molto indagata tra gli studiosi del mondo anglosassone e, in proposito, esiste un’ampia bibliografia. Non altrettanto, amaramente, si può dire degli studi italiani, a causa dell’assurdo ostracismo nei confronti di Ezra Pound (che fu detenuto tredici anni in un manicomio giudiziario a causa dell’appoggio al regime fascista, ndr). Di cui anche la nostra città, almeno nei suoi vertici amministrativi e in larga parte dei notabili culturali locali sempre volutamente distratti, è velenosamente e in forma autolesionistica impregnata. Per esempio da questi studi so anche che Hemingway nella sua tappa verso San Marino si fermò a cena dai Pound, il 18 marzo 1927, e con Guy Hickok scherzarono sulla possibilità che i fascisti li obbligassero a bere del castor oil, ma Pound li rassicurò dicendo che i turisti erano esentati da un simile trattamento coll’olio di ricino».

Le ricerche e la cartolina ritrovata a Yale

«La scoperta della cartolina è venuta dopo. A un certo punto mi è venuto in mente che forse potevo trovare qualcosa nella più bella e immensa biblioteca dell’Università di Yale, la Beinecke Rare Book & Manuscript Library, tra gli “Ezra Pound Papers”, lettere foto e documenti donati nel 1973 dalla figlia del poeta Mary De Rachewiltz. E dire che lo so da quando tradussi nel lontano 2003 Un condottiere au XVe siècle: Rimini: études sur les lettres et les arts à la cour des Malatesta (Paris : J. Rothschild, 1882) di Charles Yriarte e sognavo di vedere la copia del volume costellata da mille chiose autografe a margine di Ezra Pound. Fu allora che Mary mi spiegò che aveva dato tutto alla Beinecke. Allora reperire cose del genere era molto più difficile. Comprai la mia copia del libro dell’Yriarte da un antiquario, scoprendo da un timbro nelle pagine del frontespizio che era stata anche a Kalimpong, nel Darjeeling. Oggi, da qualche anno, la si trova “googlebookizzata”. La cartolina di Hem non la si trova facilmente: voglio dire, non con una semplice “googlata”. Bisogna andare nel sito della Beinecke e spingere a fondo la ricerca. Ma ora, come spiegavo, molto è digitalizzato».

Lo scrittore e Sigismondo

Ancora un’ultima curiosità da soddisfare: a Neri abbiamo chiesto se si conosce l’idea che lo scrittore americano si era fatto di Rimini e se esiste traccia di un eventuale viaggio intrapreso in Romagna insieme all’amico Pound. «Quanto all’idea di Hemingway sulla nostra città – spiega Moreno Neri – non c’è nulla ed escludo una trasferta a Rimini di Ez e Hem insieme. L’interesse di Hemingway, contagiato da Ezra Pound, andava sicuramente solo verso Sigismondo Pandolfo Malatesta e il suo Tempio».

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