«Puntate su voi stessi. Recitare è il migliore dei mondi possibili»

Rimini

CESENA. Al teatro Bonci di Cesena conquista Il Maestro e Margherita, lo spettacolo tratto dal romanzo di Bulgakov, regia di Andrea Baracco, in replica stasera e sabato alle 21, e domenica alle 15.30. Sabato 19 gennaio alle 18 è previsto un incontro nel foyer del Bonci con la compagnia.

Una promettente Margherita

Fra gli undici in scena, si ricordano Michele Riondino-Woland, Francesco Bonomo, il Maestro, Federica Rosellini nei panni di Margherita. Di Treviso, 29 anni da poco compiuti, formazione alla scuola milanese del Piccolo (ma ha studiato anche musica al conservatorio), Rosellini si è messa in luce fra le interpreti più interessanti della nuova scena, pluripremiata anche con l’Hystrio “Mariangela Melato” 2018. Per il suo esordio cinematografico in Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini ala Mostra di Venezia 2017 è stata premiata quale migliore attrice esordiente.

Rosellini, dai tempi dell’Accademia si è sbizzarrita a interpretare classici e contemporanei. Ora interpreta un personaggio di un famoso romanzo; cosa cambia per un’attrice?

«Qui non lavori solo sul romanzo di partenza, ma su come il personaggio dal romanzo arriva alla scrittura teatrale. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere una “mediatrice” del passaggio come Letizia Russo, drammaturga di classe».

Il cinema offre possibilità anche tecniche ed economiche alla trasposizione di un romanzo; in che modo il teatro può assecondare la vena immaginifica della narrativa?

«Il teatro procede per sottrazione, ma non è detto che la sottrazione sia una cosa negativa, anzi in romanzi come Il Maestro e Margherita può essere un valore aggiunto; qui attraversare i personaggi del libro significa cercarne le ragioni, affrontare un approfondimento sull’umanità dei personaggi, sui loro percorsi emotivi».

Quando si è avvicinata al romanzo di Bulgakov?

«Lo lessi durante l’adolescenza e lo amai moltissimo; è stata una delle ragioni che mi hanno spinta al provino per il ruolo. La bellezza del mio lavoro è anche quando capita di interpretare il personaggio di un romanzo, non te lo aspetti mai, quando ti viene proposto gridi con gioia “wow!”. Sono convinta che i personaggi ti cerchino in determinate stagioni della vita, Margherita è arrivata nel momento giusto».

Da innamorata si trasforma in strega: come si trova nel doppio ruolo?

«Molto bene anche per la possibilità di poter giocare sui due piani, cosa che probabilmente determina il passaggio da attrice a interprete. Margherita nel romanzo è quella che ha l’arco di trasformazione più grande, è l’unica che attraversa le due nature, umana e posseduta, diabolica. Direi che è più facile fare quella diabolica, è liberatoria».

Con quali progetti vorrebbe continuare?

«Nella prossima stagione mi attende una produzione importante di un grande classico; contemporaneamente porto avanti un percorso di regia con piccoli progetti autonomi con una mia compagnia che ho fondato insieme alla brava sceneggiatrice Francesca Manieri. Spero di poter frequentare di più anche il cinema; in televisione ho partecipato a Non uccidere 2 e girerò qualcosa per una serie Sky diretta da Maria Sole Tognazzi. Oggi esistono serie belle, di qualità pari a quella dei film. A marzo inizio un master di danza; usando tanto la parola, sento la necessità di tornare al corpo».

Lei è molto lanciata, molti attori lamentano invece la fatica di mantenersi con questo mestiere, lo consiglierebbe?

«Decisamente sì, anche perché è ciò che desideravo fare da bambina. Cominciai alle scuole medie grazie alla mia professoressa che per prima mi parlò della scuola del Piccolo. A lungo recitai nella mia città in una compagnia goldoniana, anche in dialetto. Certo che in questo momento storico non è facile vivere con questo mestiere, sempre meno sono i finanziamenti, i provini, i ruoli. Perciò lo consiglio a chi è disposto a puntare a essere “il migliore dei mondi possibili”, ovvero sempre il migliore».

Info: 0547 355959

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