Che vuoi che sia qualche piccola bugia in un ménage à trois?

Forlì

PREDAPPIO. Quella che verrà portata in scena questa sera al teatro di Predappio e il 10 aprile 2019 al teatro Comunale di Dovadola, entrambi alle 21, è una divertentissima commedia dove i colpi di scena e le le situazioni esilaranti non mancano, uniti all’intreccio e alla comicità. “Una settimana, non di più?” è una commedia dove lacrime di commozione e di divertimento si uniscono in un ménage à trois, a tratti quasi grottesco, dove le bugie dei personaggi provocano una serie di situazioni davvero molto comiche.

Con la regia di Francesco Branchetti, oltre a Mario Antinolfi e Antonio Conte, troviamo una bravissima Milena Miconi, volto noto del piccolo e del grande schermo la cui bellezza non passa di certo inosservata.

Miconi, sarà in scena con “Una settimana, non di più?”. Perché ha accettato questo progetto?

«A essere sincera, non conoscevo il regista. Ho detto sì perché amo le commedie francesi, in quanto hanno un umorismo molto elegante e mi piace come trattano determinati argomenti, con simpatia e leggerezza senza mai cadere nel volgare; inoltre raccontano molto spesso uno spaccato della nostra quotidianità. Nello spettacolo, trattiamo la separazione tra due fidanzati, dove lasciare costa moltissimo».

Ci racconta del suo personaggio?

«Vesto i panni di una donna molto semplice; è pura, coerente e appassionata di libri. È una donna che studia le situazioni, vuole capire la realtà che la circonda, con le sue idee ma molto tranquilla».

Tutto nasce da equivoci creati dalle bugie. Nella vita di tutti i giorni è meglio la verità a tutti i costi o anche la menzogna?

«Beh, credo che dire qualche bugia sia nel Dna di tutti noi. Non sempre è un bene, ma risulta sempre più naturale dire qualche bugia od omettere qualche verità per stare bene con noi stessi in primis e poi con gli altri».

Cosa le piacerebbe arrivasse al pubblico che verrà a vederla?

«Vogliamo solo dare una versione diversa di quella che è la realtà, divertendosi».

Lei ha un passato da modella, come e quando ha deciso che di fatto questo non era abbastanza?

«L’ho capito quasi subito. Contemporaneamente all’attività di modella, ho iniziato a fare i fotoromanzi; ma non potendo parlare ne soffrivo e così ho deciso di fare un cambio di rotta. Sentivo l’urgenza di esprimermi diversamente».

Cosa unisce e cosa separa il mondo della moda da quello della recitazione?

«Tutte le volte che interpreto un personaggio penso a come cammina, come si muove e cosa prova. Il ruolo di modella forse è anche questo, ovvero quello di riuscire ad indossare un abito al meglio».

Lei è una donna molto bella, che rapporto ha con la bellezza?

«Devo ammettere che sono sempre stata molto critica con me stessa; quello che vedo io è diverso da quello che vedono gli altri, anche se ho sempre tenuto alla mia persona, curando anche i dettagli. Con il senno di poi, potevo a vent’anni evitare di lamentarmi».

Il pubblico l’ha molto amata nel suo ruolo in “Don Matteo” su Rai1 con Flavio Insinna. Che ricordi ha di quell’esperienza?

«È stata una delle esperienze più belle della mia vita; sarò sempre grata alla Rai. Ho avuto la possibilità di incontrare attori come Terence Hill, Nino Frassica e Flavio Insinna e imparare moltissimo da loro».

Non solo teatro e fiction ma anche cinema. Lei cosa preferisce?

«Non ho una preferenza a dire il vero; per chi fa questo mestiere e lo ama, la cosa preziosa è il giudizio del pubblico, sia del piccolo o grande schermo che del palcoscenico. Quello che deve arrivare a chi guarda è l’emozione, senza quella non si va da nessuna parte».

Info e prenotazioni: 0543 1713530

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