"Le marionette vivono nella mano dell’artista che riesce ad animarle"

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SAVIGNANO. È un’apertura di maestria e fantasiosa bellezza, quella che inaugura stasera la stagione del teatro Moderno di Savignano. Alle 21 va in scena Concerto straordinario per marionette, spettacolo che da 72 anni danza sui palcoscenici del mondo, frutto dell’estro creativo del russo Sergej Obraszov (1901-1992). Concerto straordinario ha incantato generazioni di spettatori per la maestria del lavoro “orchestrale” dei manovratori. Si replica al teatro Comunale di Russi domenica 2 alle 16.

Mancava dal 2007 una tournée italiana della compagnia Obraszov; ieri il fulesta Sergio Diotti ha riunito alcuni rappresentanti del teatro di figura come Stefano Giunchi per incontrare i rappresentanti del Teatro che ospitò in Romagna durante il festival Arrivano dal mare. Questa compagnia moscovita, fondata nel 1931, ha attraversato la storia russa: a guerra, fame, violenze, il giovane Obraszov contrapponeva ingegno, coraggio, forza creativa, come racconta la portavoce della compagnia.

In un paese ricco di arti come la Russia, perché Obraszov scelse di dedicarsi alle marionette?

«L’inizio fu il dono ricevuto della sua prima marionetta: Bi Bi Bo gli fece immaginare un futuro in mezzo a un mondo di marionette. Sergej era di famiglia colta; il padre era ingegnere e accademico, il figlio ebbe una formazione eclettica. Studiò recitazione, ebbe una istruzione militare, studiò canto lirico essendo dotato di bella voce, imparò negli atelier. A trent’anni decise di fondare a Mosca un teatro di marionette».

Come furono gli inizi?

«Dal 1931 al 1937 occupò spazi aperti con strutture rimediate, utilizzò perfino il cassone di un camion! Poi gli venne messo a disposizione un edificio che allestì sia come teatro, sia come museo».

Come sopravvisse la sua arte in quegli anni non facili?

«Fra i Trenta e Quaranta in molte parti dell’Unione Sovietica si aprirono decine di teatri di marionette. C’era la repressione staliniana causa di strappi famigliari e di conseguenti perdite; i teatri di marionette con il loro mondo fantasioso ebbero un ruolo consolatorio. Non solo; per molti ragazzi rappresentarono l’idea del sogno di un mondo futuro sereno, di una casa e una famiglia. In mezzo alla tragedia repressiva, Obraszov portò una nota di sollievo. Nel 1936 creò una favola ironica per bambini con un sole ridente, nel 1940 una fiaba per adulti».

Alla repressione seguirono gli anni della Seconda guerra mondiale, come continuò il maestro?

«Cercò di attutire l’incubo della guerra portando le marionette al fronte, davanti ai soldati, per i quali creava nuovi numeri facendoli divertire, accrescendo in loro la motivazione di difendere la patria. Fu proprio durante quel contesto di paura e dolore che scaturirono, nella mente di Sergej, idee che diedero vita in nuce al Concerto straordinario che presentiamo in questi giorni, e che debuttò nel 1946».

Cos’hanno di speciale queste marionette?

«Vivono della e nella mano dell’artista che le anima; a seconda dell’abilità dei movimenti dipende il loro aspetto esteriore. Perciò una stessa marionetta può cambiare personaggio e azione a seconda dell’artista che la manovra e anima».

Obraszov nel 1983 ricevette la “Sirena d’oro” al festival “Arrivano dal mare” di Cervia.

«Ricambiò esibendosi nel solo Romanze con marionette, cantando con la sua voce bellissima. Fu lieto di quel premio in quanto gli veniva assegnato in Italia, per lui Paese di ricche tradizioni di teatro di marionette e figure».

Come si mantiene oggi il Teatro Obraszov?

«Riceve sovvenzioni statali e guadagna con i suoi spettacoli quotidiani, fino a 600 recite l’anno, sempre con sala piena. L’interesse della gente è tanto e si deve alla professionalità degli attori, alla maestria tecnica dei costruttori di marionette, al repertorio; oggi il Teatro allarga la sua ricerca pure rispettando la tradizione delle marionette a bastoncino avviata dal fondatore, ed è un teatro amato sia dai bambini che dagli adulti».

Info: Savignano: 327 7351223
Info Russi: 0544 587690

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