E' morto Nekrosius, il "genio" dell'arte scenica che amava la Romagna

Archivio

È morto all’improvviso per un infarto nella notte tra lunedì e martedì a soli 65 anni a Vilnius, dove viveva, il grande regista teatrale Eimuntas Nekrosius. Lituano, Nekrosius stava lavorando all'"Edipo a Colono" per il Festival di Napoli del prossimo giugno. Nekrosius era nato a Pazobris il 21 novembre del 1952. C’è chi lo chiamava lo “stregone lituano”. «Un genio» dichiarò Arthur Miller. Mago lucido e passionale della visionarietà. Come il suo teatro, immerso in abissi simbolici e pulsioni primigenie. Cifre personalissime che hanno fatto di Eimuntas Nekrosius uno dei registi più vigorosi del panorama internazionale. Vero e proprio guru dell’arte scenica, riconosciuto e applaudito in tutta Europa. In Romagna lo si era visto più volte. Nel 2001  al Ravenna festival con l’“Otello” messo in scena dai lituani della Meno Fortas Theatre Company. Nel novembre sempre a Ravenna fu il Teatro Rasi a ospitare uno spettacolo diretto dal regista lituano: “Il Gabbiano” di Cechov, presentato anche alla Biennale di Venezia. Lo spettacolo replicò a dicembre al Bonci. Nel giugno 2002 Nekrosius collaborò con Eric Lacascade per l’anteprima italiana del “Platonov” di Cechov prodotta da Santarcangelo dei Teatri e allestita alla Villa Torlonia di San Mauro Pascoli. A novembre allestì il suo “Ivanov” al Teatro Novelli di Rimini, prima produzione di Nekrosius fuori dalla Lituania e cast tutto di attori italiani. Il Ravenna festival 2007 riaccolse Nekrosius con il capolavoro wagneriano “Die Walküre” (La valchiria) nell’allestimento del Teatro Nazionale dell’Opera Lituana presentato in esclusiva italiana. Nel 2008, infine, riscosse a Cesena un enorme successo di pubblico e di critica con l’indimenticabile “Anna Karenina” (doveva andare anche al Teatro Alighieri di Ravenna ma venne annullato per motivi di salute di alcuni attori). Ancora una volta il regista fece vivere la sua idea di teatro: un teatro dal tratto elementare, che traduce la parola in gesti, azioni e immagini. Sfruttando la forza evocativa degli oggetti, l’abilità fisica ed espressiva degli attori, la vibratilità delle storie amorose e delle grandi passioni, il maestro lituano riuscì a catturare lo spettatore in un vortice narrativo di forte intensità emotiva. Avrebbe potuto dare ancora tanto al teatro. Eimuntas Nekrosius era un creatore che faceva vibrare il palcoscenico di vita vera, che poggiava su di un senso assoluto del teatro. Il suo si nutriva di una fisicità intensa che spingeva ad agire confondendosi in un grande “solo” con voce e interpretazione. Chiedeva agli attori un darsi totale al teatro; li ripagava immergendoli, insieme agli spettatori, dentro a un fascino immaginifico avvolgente. Una grande perdita per tutto il mondo della cultura.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui