Sigismondo: iroso, violento, passionale. Un genio riminese

Rimini

RIMINI. Violento, iracondo, egotista, dedito al culto di se stesso, «discendente da Scipione l’africano», dio fra gli dei. Ma anche passionale, geniale, invincibile uomo d’arme bruciato dal fuoco dell’azione. Sigismondo Malatesta negli ultimi mesi di vita (morì a Rimini il 9 ottobre 1468) è un uomo solo, isolato, sotto attacco ma non ancora vinto, se mai lo sarà. Da un lato Venezia, dall’altro il Papa, prima Pio II che lo scomunica, poi Paolo II che tenta persino di sottrargli Rimini, amata città il cui mare «risuona del suo nome». Epperò lui resiste, combatte, scalpita, si ribella, pensa addirittura di uccidere quel Papa che vuole ostacolarlo, separarlo dalla sua terra.

È questo il ritratto che fa del Signore di Rimini Gianluca Reggiani, regista e protagonista dello spettacolo Malatesta in replica per l’ultima volta questa sera alle 21 a Castel Sismondo. Un lungo racconto per 100 spettatori che attraversa le stanze del castello insieme agli ultimi mesi di vita di Sigismondo. Una prova d’attore per un maturo Reggiani che sa rendere efficacemente il fascino, la potenza, il dolore, lo struggimento dell’uomo e del guerriero, e ci fa scoprire un grande testo dimenticato. Il dramma scritto nel 1946 dallo scrittore e drammaturgo francese Henry de Montherlant è qui riadattato da Davide Brullo. La messa in scena mescola una tradizionale iconografia quattrocentesca a elementi contemporanei, nella lingua e nella musica. L’ambientazione all’interno di quella rocca dove Sigismondo realmente abitò regala una vibrazione particolare a una scenografia essenziale ma suggestiva; impedisce però una visione frontale e l’uso di luci teatrali che forse avrebbero enfatizzato il climax, soprattutto nel finale, con l’aspro confronto tra Sigismondo e il suo assassino.

Accanto alla figura icastica di Sigismondo-Reggiani spiccano quelle dell’amata Isotta (una risoluta e intensa Tamara Balducci) e uno straordinario Mirco Gennari negli insoliti panni del Papa, che veste alla perfezione. Il lungo dialogo tra i due è forse la parte più potente dello spettacolo, che vede in scena anche Andrea Argentieri, Paolo Canarezza, Michele Abbondanza, Mirko Ciorciari, Rossano Varliero, Géza Terner e Irene Zanchini.

VERA BESSONE

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui