Fellini prima di Fellini: attore e sceneggiatore

Rimini

RIMINI. C’è il Fellini di quando non era ancora Fellini, bensì giovane giornalista, umorista, soggettista, sceneggiatore, nella Roma dove ci si inventava di tutto per sbarcare il lunario, si pativano i morsi della fame, ma nascevano anche amicizie e amori (è del ’43 il matrimonio con Giulietta Masina). Con i film scritti da Federico Fellini tra il 1939 e i primi anni Cinquanta, in veste (non sempre accreditata) di soggettista e sceneggiatore, si apre il 4 ottobre l’articolato programma di “Verso il 2020, 100 anni di Fellini”: prima tappa di un percorso con cui Comune di Rimini e Cineteca intendono ricordare il grande regista in vista del centenario della nascita (20 gennaio 2020) che si vuole far coincidere con l’inaugurazione del Museo Fellini.

Lo sceneggiatore

Gli anni tra il ’39 e i primi Cinquanta sono quelli in cui il futuro regista, ventenne vitale che ha lasciato la provincia, ha già coronato un sogno di gioventù: è entrato nella redazione del Marc’Aurelio. Lo ha raccontato Ettore Scola nel suo “Che strano chiamarsi Federico”. È proprio dalla fucina della testata umoristica che per Fellini iniziano ad aprirsi porte che lo introducono al mondo del cinema. Quello del genere commedia italiana legata a doppio filo con il teatro di varietà.

Emblematici i primi film in programma (4, 11 e 18 ottobre) nella rassegna “I film che ho scritto”: “Lo vedi come sei”, “Non me lo dire” e “Il pirata sono io!”. Pellicole realizzate tra il ’39 e il ’40, dirette da Mario Mattoli, con interprete Erminio Macario. Precedono di poco i film firmati da Mario Bonnard, con un altro grande caratterista dell’epoca: Aldo Fabrizi. Fu proprio lui a favorire la “vestizione” ufficiale del Fellini sceneggiatore, che infatti viene accreditato in “Avanti c’è posto”, “Campo de’ fiori”, “L’ultima carrozzella” (con Anna Magnani), in programma il 25 ottobre, 8 e 15 novembre.

Una carriera che lo porterà all’incontro con Roberto Rossellini e a quello con Alberto Lattuada. A scorrere i titoli della rassegna prende corpo, cronologicamente, il percorso di apprendistato, nonché la vera e propria ascesa di Federico Fellini nell’industria cinematografica dell’epoca. “Roma città aperta” di Rossellini (22 novembre) segna un passaggio importante, al pari di “Paisà” (29 novembre): qui per la prima volta Federico è dietro la macchina da presa, sostituendo Rossellini in alcune scene. Seguono i film di Alberto Lattuada: “Il delitto di Giovanni Episcopo” (con Fabrizi), del ’47 (il 6 dicembre), “Senza pietà” (1948, 13 dicembre), “Il mulino del Po” (1949, 27 dicembre).

Con Lattuada, nel 1950, Federico Fellini co-firma la regia di “Luci del varietà”: è l’inizio della carriera di cineasta. In quegli anni continua a collaborare con Roberto Rossellini: firma la sceneggiatura di “Francesco, giullare di Dio”, e scrive il soggetto de “Il miracolo”, corto dove è anche attore, al fianco di Anna Magnani: lui uno pseudo San Giuseppe, lei una povera matta (in programma il 3 gennaio). Completa la rassegna (quasi tutti i film sono in 35 mm) “In nome della legge” (1949, 20 dicembre) di Pietro Germi: ambientato in Sicilia, stile che fa eco ai western americani.

Felliniano: usi e abusi
di un aggettivo

Mercoledì 24 ottobre al cinema Fulgor studiosi di cinema e non solo si riuniranno a convegno per cercare di mappare usi (e abusi) dell’aggettivo “felliniano”. Introduce Roy Menarini, tra i relatori Gianni Canova, docente e critico, neo rettore dello Iulm di Milano.

L’anniversario, il personaggio
l’intervista, i libri

Il 31 ottobre, i 25 anni dalla morte di Federico Fellini verranno ricordati con la proiezione de “I vitelloni”, introdotti dalla regista Susanna Nicchiarelli e con la presentazione del libro “Rimini nel cinema” di Gianfranco Miro Gori, introdotto da Gianfranco Angelucci, già collaboratore del maestro.

Il 14 novembre, nell’ambito dell’Amarcort film festival, Francesca Fabbri Fellini incontra Peter Gonzales: interpretò il giovane Fellini in “Roma”. Mercoledì 5 dicembre al Fulgor presentazione di “Fellini – Zavoli – Rimini”, progetto di documentario d’autore di Gianfranco Miro Gori, regia di Mirco Rocchi, in corso di realizzazione. Spazio ai libri il 13 novembre e l’11 dicembre: “8½ di Federico Fellini” di Roberto Chiesi e “Tre passi nel genio” di Ottavio Cirio Zanetti.

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