Pensare di più e urlare di meno per un teatro che pone domande
Il programma
Il sipario della prosa si alza il 5 ottobre con “A testa in giù”, commedia di Florian Zeller interpretata da Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni per la regia di Gioele Dix. A fine novembre sarà invece la volta de “La classe”, di Vincenzo Manna, nuova coproduzione di Accademia Perduta, Goldenart e Società per Attori: sul palco del Masini, insieme a una compagnia di giovani interpreti, Claudio Casadio porterà disagi e conflitti sociali dell’Europa contemporanea.
Notevoli i nomi coinvolti durante l’intera stagione: Veronica Pivetti in “Viktor und Viktoria”, Alessandro Benvenuti nell’“Avaro” di Molière, Massimo Dapporto nell’inedito “Un momento difficile” di Furio Bordon, il Teatro dell’Elfo con “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, Lino Guanciale in “La classe operaia va in paradiso”.
La collaborazione con Aterballetto
Mentre comico e favole proseguono la ricerca di qualità delle passate rassegne, la danza cresce grazie a una collaborazione con Aterballetto, tra le principali realtà a livello nazionale: l’inaugurazione del cartellone dedicato all’arte coreutica è affidato al contemporaneo “Golden days” (24 ottobre). Tra gli altri, grande ritorno il 24 gennaio della compagnia Abbondanza Bertoni con “Romanzo d’infanzia”, spettacolo storico che in vent’anni ha fatto il giro del mondo.
Contemporaneo
Di particolare rilievo anche i titoli inseriti nel contemporaneo, divisi tra il Masini e il suo ridotto. Si potrà vedere, ad esempio, “L’abisso” di Davide Enia, «tra le rivelazioni degli ultimi anni – spiega il direttore artistico Ruggero Sintoni –, con uno spettacolo molto forte sul tema delle migrazioni». Ma ci sarà anche spazio per il teatro-canzone di Simone Cristicchi, con “Mio nonno è morto in guerra”, o per rivisitazioni di classici, con l’“Anfitrione” messo in scena dal Teatro Kismet.
«Una stagione – commenta il vicesindaco Massimo Isola – che porta al pubblico punti interrogativi e temi di riflessione: il teatro deve aiutare la società a pensare di più e urlare meno».