Con Silvia Gribaudi “La danza immobile” si fa azione di strada

Rimini

SANTARCANGELO. «Trovare e far vivere i gesti di danza e le movenze che stanno sepolte nella nostra memoria: questo è lo scopo principale della danza immobile». Così recita il testo drammaturgico di Tonino Guerra dal titolo appunto La danza immobile. Proprio come il lavoro scenico laboratoriale che la coreografa Silvia Gribaudi, pluripremiata in Italia e all’estero per i suoi lavori di ricerca sulla danza contemporanea, mette in atto a Santarcangelo. L’ambito in cui è inscritto il laboratorio è Il cantiere poetico (3 – 9 settembre), festival della poesia (e non solo) giunto alla sua IV edizione e quest’anno dedicato a Tonino Guerra e al suo teatro. Il maestro santarcangiolese della narrazione per eccellenza che, come ha scritto di lui Calvino «sapeva trasformare tutto in racconto e in poesia» ha donato alla letteratura, al cinema e all’arte grafico-pittorica il suo genio ma non di meno ha fatto con il teatro. Ad esso si è dedicato a partire dalla fine degli anni ’80 e la sua opera, anche teorica, con suggerimento per un personale “Teatro di lettura”, è stata raccolta dal Teatro delle Briciole che attraverso un sodalizio durato anni ha realizzato lavori che restano nella storia della drammaturgia. Uno di questi dà il titolo all’edizione del Cantiere: Il grande racconto, sottotitolo “Teatro di lettura e prose per la scena di Tonino Guerra”.

L’avvio del festival ha luogo con due dei tre laboratori (La danza immobile, Odissea e I mille cavalli di Troia) voluti per sottolineare la volontà di condividere con artisti di fama e non professionisti nuovi studi e ricerche sui testi di Guerra a ridare loro slancio e attualizzazione, così com’è nello spirito del Cantiere. Lo ha confermato la Gribaudi che ha per questo accolto l’invito del direttore artistico Fabio Biondi.

«È un lavoro che si inscrive in un mio percorso nel quale metto al centro della scena professionisti e non, e soprattutto corpi difformi rispetto alla convenzionale rappresentazione del danzatore», così come ha fatto con i suoi premiati lavori tra cui A corpo libero e R.osa.

«Mi piace molto raccogliere queste sfide – ci ha detto al telefono da Berlino – perché questo è un modo per costruire insieme ad altri sul territorio». Per ora gli iscritti al laboratorio sono una ventina e con essi lavoreranno tre danzatori impegnati nella nuova produzione della coreografa ispirata alle Tre Grazie del Canova. «Questo testo di Guerra dà indicazioni sul modo in cui le parole possono entrare nel corpo e qui non si parte dall’empatia che entra in relazione ma dall’incontro con il territorio». È anche per questo che l’azione finale si terrà (giovedì 6, ore 21,30) in Piazza Ganganelli e da qui si sposterà al teatro Lavatoio, con una tappa a metà percorso. «C’è piena coerenza col mio lavoro di ricerca in questa proposta perché il testo su cui lavoriamo è tutta una riflessione su che cosa significhi il gesto e nel paradosso del titolo La danza immobile c’è pienamente il concetto di Piana Bausch “il grande danzatore emerge nell’immobilità”». La Gribaudi tiene a sottolineare che dai tre giorni di laboratorio non può nascere «uno spettacolo con pretesa di senso compiuto, si tratta di un punto di partenza e di studio e di improvvisazione sul testo compiuto tutti insieme». Il 3 parte anche il laboratorio di costruzione di oggetti per l’Odissea a cura di Antonio Rinaldi e Thèo Longuemare. Intanto i due artisti che accompagnano il festival dalle origini sono già al lavoro. Gianluigi Toccafondo ha realizzato dieci manifesti originali, titolo “Bagonghi e Ballerini. Manifesti per Tonino” che sono affissi in tutta la città, ispirati ai personaggi descritti nei racconti del “Teatro di lettura”. Eron ha avviato i preparativi per una nuova opera di Street art che si aggiungerà alle tre precedenti. Primo evento spettacolare in programma, mercoledì alle 21.30, Sala consiliare: Il Polverone. Storie per una notte quieta. I cittadini che hanno risposto alla chiamata pubblica, leggeranno le poesie e i racconti tratti dall’omonimo libro.

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