Francesco De Gregori tra Lucio Dalla, Dylan e Roberto Murolo

C’è tutto il mondo poetico, sentimentale, partecipato, dolente, che ha guidato e segnato la lunga storia del signore della canzone d’autore Francesco De Gregori, nel suo “Tour 2018”, ora sulle piazze estive dopo l’euforia internazionale di Europa e Stati Uniti. Stasera alle 21.30 “il principe” (così lo soprannominarono quando si presentò al Folkstudio nei ’70, alto ed elegante), sale sul palco di Villa Torlonia, penultima data di “Acieloperto”, dal cartellone variegato che non dimentica i maestri. De Gregori si presenta con un quartetto di fidati collaboratori; Guido Guglielminetti al contrabbasso, Paolo Giovenchi chitarra, Alessandro Valle chitarra a pedale, a cui aggiunge Carlo Gaudiello al pianoforte. Insieme danno vita a un concerto vissuto con partecipazione di pubblico, acusticamente intimo, con venture struggenti, ma pure divertito. Al centro un De Gregori con e senza chitarra si gusta questo suo momento, anche con frizzante godimento estivo; canzoni da riscoprire insieme ai fan, una scaletta di una ventina di pezzi più e meno amati. Si va da “Caterina” e “Raggio di sole”, a “Buenos Aires” del famoso “Viva l’Italia”, al blues di “Numeri da scaricare”, al “Cuoco di Salò” che “dalla parte sbaglia si muore”, a “Non è buio ancora” (Not dark yet) dal suo omaggio a Bob Dylan. Non manca un altro omaggio particolarmente sentito in questa terra; è quello a Lucio Dalla con cui nel 2010 tornò in concerto: «Lucio è iperattivo – ci disse nell’occasione De Gregori – è un grandissimo lavoratore, instancabile, rigoroso. Ci fa provare sino a 12, 14 ore al giorno. E in tournée fuori dal palco, corre a visitare musei, mostre, concerti, città. Io al contrario sono più pigro, in tour preferisco restare al chiuso della stanza a leggere, scrivere, meditare». Di Lucio sceglie l’hit “Santa Lucia” (cantata insieme nel Banana Repubblic del 1979) e gli dedica una speciale “4 marzo 1943”, con tanto di mandolino. Ci sono molti altri pezzi, da “Vai in Africa Celestino” a “Gambadilegno a Parigi”; ma non mancano gli evergreen di tutti e di sempre, da “Generale” a “Buonanotte fiorellino” ad “Alice non lo sa”, fino alla napoletana “Anema e core” omaggio a Roberto Murolo, e all’immancabile “Rimmel”. Prima del concerto tre diverse aperture (a ingresso libero) di altrettanti autori interessanti. Sono Colombre, fra i protagonisti della nuova scena italiana, e poi l’italo nigeriano Fadi romagnolo di adozione, e il romagnolo doc Enrico Farnedi, da vent’anni trombettista e voce della swing band The Good Fellas. Euro 30.

Info: 339 2140806

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