Il musicista che conquista Los Angeles: «Le note sono nate in casa a Corpolò»

RIMINI. “ The string musica and occasional incorporation of a more modern beat is perfect for this story, displaying its transition from old generation to new, from past to present and from lies to truth. Not only that, but the score is very memorable making the story enduring too!”.

Le dita con cui ogni mattina suona il campanello casa per casa per consegnare raccomandate o comunicazioni varie, fanno suonare in maniera egregia anche il pianoforte, se è vero che quello in inglese è lo stralcio della recensione di una delle più importanti riviste musicali di Los Angeles. Il commento che accompagna la consegna di uno dei 14 premi internazionali ottenuti dal medio-metraggio “Shalim Goodbye” girato a San Marino a cavallo fra il 2016 e l’inizio del 2017 per la regia di Jacopo Manzari e la produzione Titan Film. Lui Alessandro Pari, ne ha curato le musiche e le colonne sonore, realizzandole e registrandole praticamente in casa. Nella sua Corpolò. Dipendente delle Poste con la passione per le sette note, è conosciutissimo in zona anche per aver vestito per una vita la casacca giallorossa della squadra della frazione e per l’impegno a 360 gradi nelle iniziative del territorio, ma in pochi sanno quale sia veramente il livello raggiunto dalle sue musiche.

Pari, come è iniziato tutto?

«Mi sono avvicinato al pianoforte a 8-9 anni al Lettimi, quindi mi sono iscritto alla scuola Aulos e sono stato seguito dal maestro Marzio Vaccarini (fra i migliori allievi del maestro Alfredo Speranza), che mi preparava per gli esami al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove ho ottenuto l’Ottavo di Pianoforte. Poi, quando sono partito per il servizio militare a Falconara e mi sono iscritto all’Università di Bologna a Giurisprudenza, ho abbandonato la musica e per tre-quattro anni non ho in pratica toccato lo strumento. Ho ripreso a farlo dirigendo il coro di Corpolò e Villa Verucchio, che si sono uniti in gruppi anche di 80-90 elementi fra musicisti e cantanti. Da lì mi è rinata la passione, ho conosciuto Federico Mecozzi, con cui ho fatto qualche collaborazione prima che da fuoriclasse quale è spiccasse definitivamente il volo, e ho iniziato anche a scrivere pezzi miei».

Il salto di qualità è arrivato con il cinema e la chiamata dal Monte Titano.

«Decisamente. Mi è stato chiesto di fare la colonna sonora di Shalim Goodbye, un mediometraggio di 31 minuti e un mio pezzo che si chiama “Chakai” (dal bulgaro “aspetta”) ne accompagna il finale in due riprese in crescendo: il frame conclusivo è con gli archi che staccano nel fortissimo. Il film ha vinto 14 premi internazionali fra Stati Uniti ed Europa – due in Italia, tre fra Los Angeles e Hollywood - e la colonna sonora è stata menzionata più volte ed è stata pure recensita su una delle più note riviste specializzate americane in un articolo che parla “di esibizione degli archi memorabile e di beat moderno che unisce il vecchio e il nuovo”. Che orgoglio! Anche perché la cosa particolare è che sia le registrazioni che il mixaggio delle musiche le ho fatte praticamente in casa, visto che con il digitale si ottengono ottimi risultati anche “artigianalmente”. In questo mi hanno aiutato proprio Federico Mecozzi e Desislava Kondova, che ringrazio davvero di cuore».

E ora? Il cinema è la sua strada?

«Manzari sta lavorando a un vero e proprio film (è già stato registrato il copione e si sta operando per la produzione) e mi ha chiesto di preparargli le musiche, ma questo è un lavoro che si fa in post produzione. Sul montato. Nel frattempo, è partito un progetto molto particolare insieme a un altro musicista».

Di cosa si tratta?

«E’ una collaborazione con Carmine Padula, un 17enne foggiano che diventa maggiorenne a settembre ma ha già alle spalle due album di musica per pianoforte di stampo einaudiano. In autunno abbiamo iniziato a scrivere un concerto per due pianoforti, pezzi nuovi per questa promozione che abbiamo chiamato PPianos (Pari-Padula e Pianoforte) mettendo insieme le esperienze con il cinema e la sua musica con una particolarità: invece di essere accompagnati da un’orchestra avremo al nostro fianco una band batteria-basso elettrico-chitarra-violino. L’album è in produzione e il 9 novembre lo porteremo dal vivo a Venezia, ma dovremo suonarlo prima a San Leo già in ottobre. In questo lavoro ci stanno dando una mano la violinista Caterina Boldrini, oggi all’Orchestra di Pesaro dopo tre anni di tournèe con Ludovico Einaudi, mentre la voce è quella di Elisa Solferino di San Mauro. Un’artista specializzata in musical. Sta nascendo un lavoro veramente unico».

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