Saudade brasiliana e gioia, “Que Bom” questo Bollani

Ravenna

Come definire il genio proteiforme di Stefano Bollani in una frase? Basta leggere la sua biografia. Cito testualmente: «Come personaggio, con il nome di Paperefano Bolletta, compare sul settimanale “Topolino”».

A fianco delle collaborazioni con alcuni dei più importanti jazzisti viventi (Enrico Rava, Richard Galliano, Chick Corea, Pat Metheny); dopo aver stilato l’impressionante elenco dei maestri che l’hanno diretto durante le sue partecipazioni con orchestre sinfoniche (Zubin Mehta, Daniel Harding, Antonio Pappano, Riccardo Chailly) e i numerosissimi album pubblicati in carriera, Bollani si permette questo guizzo inaspettato, e registra con l’entusiasmo di un bambino il suo debutto come personaggio di fumetti. Difficile non amare un ragazzo del genere.

Nato a Milano nel ’72 ma fiorentino d’adozione – è nel conservatorio di Firenze che si diploma in piano nel 1993 – negli ultimi 15 anni Stefano Bollani ha avuto modo di dimostrare la sua versatilità nei linguaggi artistici più diversi, spaziando dal jazz ovviamente, ma arrivando anche alla classica (interpreta con successo Gershwin e Ravel), senza disdegnare incursioni nel pop (da anni collabora con Irene Grandi, Elio, Peppe Servillo).

Ma è stata la sua urgenza comunicativa a farlo conoscere al grande pubblico. Bollani non si è fatto mancare niente: la radio, con il programma “Dottor Djembè” condotto assieme a David Riondino e Mirko Guerrini; il teatro, grazie alla collaborazione con giganti del calibro di Lella Costa, Giuseppe Battiston, Marco Baliani e comici di vaglia come Claudio Bisio, Maurizio Crozza e la Banda Osiris; e soprattutto, la televisione. Una passione che inizia in tempi non sospetti, quando Renzo Arbore lo volle con sé per il suo “Meno siamo meglio stiamo”, nel lontano 2005, fino ad arrivare ai grandi successi di pubblico e di critica con spettacoli ideati e condotti da lui come “Sostiene Bollani” o il recente “L’importante è avere un piano”.

Questa sera, il pianista fiorentino sarà ospite del Ravenna festival al Pala De André, dove alle 21 farà tappa la tournée italiana del suo nuovo concerto “Que Bom”, che presenta l’album omonimo uscito lo scorso maggio per la sua etichetta Alobar. Come suggerisce il titolo, le atmosfere saranno quelle languide ed erotiche della musica brasiliana. Un flirt, quello fra il jazz-samba e Bollani, che affonda le sue radici lontano.

Nel 2007, con l’album “BollaniCarioca” realizzato a Rio de Jainero, Bollani ebbe modo di duettare con alcuni dei migliori talenti di quel paese, come Hamilton De Holanda, Caetano Veloso, Egberto Gismonti. Oggi, a distanza di più di 10 anni, Bollani ritorna al Brasile con la stessa squadra di grandi musicisti che l’avevano accompagnato per il primo album – Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha alle percussioni – in un concerto che riuscirà a tenere assieme la dolce saudade brasiliana con la gioia contagiosa tipica dell’estroso pianista.

Info: ravennafestival.org

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