Fabbricare il mondo con le parole

Rimini

RIMINI. Elio Pagliarani. Tutto il teatro, edito da Marsilio, è un importante omaggio al poeta sperimentale riminese (Viserba, 25 maggio 1927 – Roma, 8 marzo 2012). Si aggiunge a quelli recenti di Rai Letteratura (il video Un decennio di grande teatro) e Rai Radio 3 (la lettura de La ragazza Carla).

Per il curatore Gianluca Rizzo la poesia di ricerca trova nel teatro il luogo ideale per dialogare con il pubblico, invitato a partecipare attivamente alla progressiva sedimentazione del testo. Così anche in Pagliarani si svolge quella funzione sociale, critica e didascalica, che costituisce uno dei doveri del poeta.

Il poeta viserbese amava il teatro, e fu critico di scena per una ventina d’anni, prima per la rivista del Gruppo 63 e poi per Paese sera. La sua attività di autore per il teatro prese le mosse da Le sue ragioni (musica di Angelo Paccagnini) a Milano nel 1960.

‹‹In Italia – si ascolta dalla sua voce nel video Rai a lui dedicato – gli anni Cinquanta sono stati certamente favorevoli alla cultura e alla poesia, e negli anni Sessanta nasce per la prima volta un teatro d’avanguardia di grande rilievo. Il teatro è caduco, fragile, le riprese fatte non rendono niente… C’era già la consapevolezza che si può fabbricare il mondo con le parole. Anzi: l’unico modo di fabbricare il mondo è con le parole… Alcuni miei componimenti, proprio delle poesie, sono state messe in scena da registi di avanguardia. Ad esempio all’inizio del Gruppo 63 fu sceneggiata la poesia Lezioni di fisica a Palermo, protagonista l’attrice Carmen Scarpitta al teatro Biondo…››.

A giudizio del direttore di Poetiche Fausto Curi, Pagliarani era capace di costruire veri e propri “personaggi linguistici”, animati da una lingua che agisce in loro dialetticamente e ne determina i gesti.

Aveva un senso spiccato del ritmo e della musicalità del verso, sapendo come si muove la parola sulla scena, ha ricordato Maria Lo Conti, allieva del suo laboratorio di poesia: ‹‹Quando leggeva in pubblico le sue poesie teneva il tempo col piede, scandendo l’andamento con ampi gesti della mano. Non era una posa. L’azione è un elemento imprescindibile delle sue poesie».

Chiediamo a Maria Concetta Petrollo, direttrice della Biblioteca universitaria di Genova e vedova dello scrittore: si può definire la scrittura poetica di Elio Pagliarani anche come traccia di una scrittura teatrale in divenire?

‹‹Come sottolineato da Rizzo nella sua bella introduzione – risponde Petrollo –, la vocazione teatrale di Pagliarani è insita nella natura dialogica e “drammatica” di quasi tutte le sue poesie, e lo è a tal punto da rendere possibile un duplice percorso: dai testi teatrali giungere a una corretta interpretazione delle opere in versi e dalle opere in versi trarre le radici dei suoi lavori teatrali. La lettura dei lavori qui raccolti renderà finalmente esplicito il rapporto di simbiosi che unisce la poesia al teatro››.

Come nascevano i suoi testi teatrali? Dall’osservazione, dalla quotidianità? Si può definire in questo senso il suo un teatro civile?

‹‹Ricordo ad esempio che stavamo in cucina a commentare come al solito il giornale la sera. Io ritagliavo pezzi di articoli sui quotidiani e glieli lasciavo sulla scrivania. Così sono nati anche molti inserti sulla moda. Negli anni Ottanta un dilagare della moda barocca del dibattito sulla fecondazione artificiale. Ah, sì! Mi ricordo com’era piena di incazzature la cucina! La poesia dice tutto, può dire tutto e può, se vuole, esprimere l’indignazione e la passione politica meglio di tutto››.

Negli anni Sessanta, ricordava Pagliarani, «c’era già la consapevolezza che si può fabbricare il mondo con le parole. Anzi: l’unico modo»...

‹‹Il genio poetico di Pagliarani, si potrebbe dire, si manifesta in forme e movenze squisitamente teatrali, tanto da rendere necessaria la conoscenza della sua produzione drammaturgica per una corretta interpretazione delle opere in versi. Così, continuando con la citazione da Rizzo, se mantenere in efficienza, per tutti, il linguaggio fa parte dei doveri del poeta, allora proprio da qui deve cominciare il processo di verifica. E si tratta di un processo biunivoco: si passa dalla pagina alla scena, per poi tornare alla pagina. Da qui l’intensa circolazione dei testi, riscontrabile in tutta la sua produzione letteraria››.

Ci sono suoi lavori inediti?

‹‹Nel volume sono compresi tutti i lavori teatrali, sia quelli già rappresentati che quelli non ancora messi in scena››.

Rimini ricorda, o non ricorda abbastanza Pagliarani?

‹‹Rimini lo ha ricordato abbastanza. Gli è stata intitolata una via. Non so se sia stata già messa a Viserba la targa della “Passeggiata Pagliarani. Spero che ciò accada al più presto››.

 

Elio Pagliarani. Tutto il teatro
a cura di Gianluca Rizzo, Marsilio 2013
Biblioteca Novecento, pp. 366, 24 euro

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