«La forza di un teatro popolare nato per tutti»

Rimini

GAMBETTOLA. «Non solo burattini, oltre ai burattini c’è di più». Lo sostiene con passione Roberta Colombo, anima del Teatro del Drago di Ravenna, art director della nuova rassegna “Burattini e figure 2018”, quando introduce e racconta le ragioni principali di una rassegna capace di sparpagliarsi per borghi e paesi, di terra e di mare, di gran parte del territorio.

Ben 13 sono i comuni raggiunti nell’estate dagli spettacoli in rassegna, fra questi le 7 “sorelle” dell’Unione del Rubicone: Gambettola, Gatteo, Longiano, Savignano, San Mauro Pascoli, Borghi, Sogliano. Si aggiungono Montiano, Forlì e poi Ravenna, Bagnacavallo, Casola Valsenio, Cotignola. Tutti partecipano, in piccola o grande misura, (oltre al sostegno ministeriale del Mibact), ad appoggiare un evento che da mercoledì 27 giugno prosegue fino al 14 settembre, offrendo un cartellone di 32 spettacoli (36 le recite), con 23 compagnie. Una rete che si diffonderà in modo ancora più capillare quando verrà intensificata una comunicazione più trasversale.

Gli spettacoli

Il Drago afferma di aver selezionato i protagonisti fra compagnie nazionali qualificate e amate in campo nazionale, puntando su di un ventaglio di tecniche di figure.

«Ci sono le teste di legno, e con loro c’è pure teatro d’attore, pupazzi, marionette a filo, narrazione con oggetti, contastorie, parate... Abbiamo inserito una grande varietà di tecniche e linguaggi per conquistare ed educare. A ogni appuntamento coinvolgeremo anche il pubblico sui “segreti” e contenuti dello spettacolo. L’intento è di creare un divertimento intelligente condiviso in famiglia e in compagnia».

La forza dei burattini

Il Teatro del Drago, famiglia d’arte dal 1840, da secoli è convinto delle potenzialità delle teste di legno come diffusori di cultura e di integrazione sociale.

«Già nel Cinquecento – ricorda la burattinaia Roberta – i mercanti catturavano l’attenzione adattando un calzino in maschera. Questa è la forza di un teatro popolare che non è nato per i bambini, ma per tutti».

Una forza che in questo caso si estende ai comuni ospitanti «per dare visibilità alle nostre città, per agire in sinergia, per richiamare turisti e visitatori, per allargare l’indotto, per cementare rapporti di scambio e amicizia».

Le compagnie

A dare il “la” mercoledì 27 giugno in piazza Moro a Gambettola, è la famiglia Monticelli con “Il rapimento del principe Carlo”. Si ricordano poi la compagnia Barbariccia, il Teatro due Mondi, Il Cerchio Tondo, il maestro Miro Strinati, L’Aprisogni, All’incirco, i Nasinsù e i Burattini della Commedia, Il Melarancio, La Bottega Teatrale.

Fra le location, anche l’Antico Porto di Classe.

Il futuro

Il Teatro del Drago è attivo anche in campo internazionale. Da tempo segue un dibattito del settore: «Ci stiamo interrogando fra compagnie ed enti sul futuro del teatro di figura – fa sapere ancora Colombo –. Dall’estero ci sollecitano, ci chiedono qual è la “posizione” dell’Italia. Come Teatro del Drago, insieme a tre centri di produzione importanti quali il Teatro Gioco Vita di Piacenza, le Briciole di Parma, il Teatro del Buratto di Milano, stiamo ragionando sulla possibilità di avviare una scuola di teatro sulle arti delle forme e delle figure, praticamente un’accademia nazionale. È un’utopia, è vero, ma dobbiamo crederci».

Nel frattempo ognuna delle quattro compagnie sta attivando masterclass di teatro di figura (il Teatro del Drago lo terrà dal 21 al 28 settembre).

L’intero progetto è stato presentato al settore formazione della Regione Emilia-Romagna. A fine agosto la risposta.

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