Afterhours al Velvet

Rimini

RIMINI. Sono considerati da molti, a ragione, la più importante rock band italiana degli ultimi vent’anni, e non solo: sono gli Afterhours, che arrivano stasera al Velvet di Rimini per una tappa di un tour particolare, che segue l’uscita, quattro giorni fa, di un disco altrettanto particolare. La band milanese ripubblica infatti il suo Hai paura del buio?, album del 1997, che segnò un’epoca del rock indipendente italiano. La nuova versione è sontuosa: è infatti disponibile in doppio cd, con il disco originale rimasterizzato, e un altro con gli stessi brani interpretati da grandi ospiti internazionali, in digitale, con una bonus track, e, da fine marzo, in doppio vinile + doppio cd.

Il batterista del gruppo Giorgio Prette, membro storico della band quasi quanto l’unico fondatore tuttora presente, il cantante e leader Manuel Agnelli, ci spiega perché hanno varato questo progetto.

«Tutto nasce dalla volontà di festeggiare quest’opera, e noi stessi, attitudine alla quale siamo sempre stati un po’ troppo refrattari. Un paio d’anni fa Hai paura del buio? è stato eletto miglior disco indipendente degli ultimi vent’anni, ma noi eravamo impegnati nel tour di Padania, quindi, appena abbiamo avuto la possibilità, abbiamo deciso di celebrarlo. Come quando si festeggia un figlio che ha vinto un premio, e si invitano a casa gli amici, noi l’abbiamo fatto invitandoli in studio a incidere con noi. Il rischio era di invitare troppa gente e che non bastassero le tartine (ride)».

E che amici! La lista dei nomi è lunghissima e altisonante: comprende Negramaro, Piero Pelù, Daniele Silvestri, Samuel dei Subsonica, Afgan Whigs, Mark Lanegan e John Parish, solo per citare i più famosi. Come li avete scelti?

«Prima di tutto gli amici e quelli con cui abbiamo collaborato negli ultimi anni, che sono tanti, poi abbiamo aperto il libro dei desideri».

Avreste voluto qualcuno che non è stato possibile avere?

«Certo, perché gli impegni di alcuni lo hanno impedito, come i Verdena, che sono barricati in studio per incidere il nuovo disco».

Colpisce che tutti gli ospiti stranieri abbiano voluto cantare in italiano, pur non conoscendo la lingua.

«Hanno tutti insistito su questo, perché volevano confrontarsi con un mondo completamente nuovo per loro».

Manuel Agnelli ha detto: «Abbiamo ripubblicato Hai paura del buio? perché volevamo togliercelo dai c…» Lei è d’accordo?

«Sì, è una delle motivazioni (ride, ndr). Per noi è un disco morto, quindi questo è un modo per farlo rivivere, prima di seppellirlo definitivamente».

Nelle nuove versioni dei brani voi Afterhours fate un passo indietro, lasciando la prima linea agli ospiti: in molti casi non apparite nemmeno nei brani, o solo come comprimari.

«L’idea era proprio questa: avremmo voluto addirittura che facessero tutto loro, ma in alcuni casi non è stato possibile, e noi ci siamo limitati a completare le tracce ove fosse necessario. Abbiamo lasciato carta bianca agli ospiti, che in alcune canzoni hanno addirittura cambiato qualche parola del testo».

Abbiamo già detto che questo disco ha segnato un’epoca: guardandosi intorno oggi, vede qualche disco che potrebbe caratterizzare questi tempi, o qualche band in grado di fare un disco così significativo?

«I Verdena, che ho già citato, pur non essendo una novità (ma sono più giovani di noi), hanno fatto cose interessantissime, e hanno ancora tanta strada da percorrere. Un altro che potrebbe riservare sorprese è Vasco Brondi ossia Le Luci della Centrale Elettrica, per la sua attitudine a osare al di fuori degli schemi, in cui ci sentiamo accomunati».

Il tour di Hai paura del buio? è appena partito: com’è il concerto?

«Facciamo esattamente quel che c’è nel disco originale del 1997: stessa scaletta, stessi suoni con gli stessi strumenti, e perfino stessi abiti anni Settanta che usavamo all’epoca sul palco».

Il vostro ultimo disco di materiale nuovo Padania, di due anni fa, era molto sperimentale, e perfino la vostra partecipazione a Sanremo 2009 non concedeva niente al pop. Manuel Agnelli ha dichiarato: «Dopo questa fase vogliamo tornare a fare concerti pericolosi e non scontati». Si tratta quindi solo di una breve parentesi?

«Assolutamente sì. Padania ci rappresenta molto più di questa divertente ma breve parentesi. Quello era il disco che volevamo veramente fare, e che ha iniziato un percorso nuovo, che continuerà, nella vita degli Afterhours».

Apertura ore 21, concerto 22.30, ingresso: 22 euro

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