L’annuncio a Cannes: Sucameli farà il film sul suo maestro Osho

Rimini

RIMINI. Con Blue Line ha raccontato la Rimini degli anni 80. Con Zorba il Buddha la storia di un dj che scopre il mondo della spiritualità. Il suo sogno, da diversi anni a questa parte, era legato al nome del suo maestro, Osho, il mistico indiano conosciuto in tutto il mondo che anche a Rimini, e non da oggi, conta una nutrita schiera di seguaci. Il riminese Lakshen Sucameli, al secolo Antonino Sucameli, che ha seguito Osho sia in India che negli Usa, è finalmente vicino alla realizzazione del proprio sogno: fare un film sul suo maestro spirituale.

Osho: Lord of the full moon, questo il titolo provvisorio. Dopo anni di impasse il progetto ha trovato chi lo produce. L’annuncio è stato dato al Festival di Cannes proprio ieri con una presentazione del progetto all’Indian Pavillon a cui ha partecipato lo stesso Lakshen Sucameli insieme al produttore indiano Subnash Ghai, cui si è aggiunto sul fronte italiano Guido De Laurentis che si affiancherà alla casa di produzione romana Navala Prods.

Osho: Lord of the full moon sarà un film biografico sul santone scomparso nel 1990. Una vera e propria fiction. La svolta è arrivata di recente, a seguito di un viaggio in India dello stesso Sucameli, impegnato anche nella realizzazione di un documentario su Osho: un progetto che verrà comunque portato avanti, al quale collaborano anche i riminesi Stefano Bisulli e Massimo Salvucci. L’idea del film ha invece convinto il produttore indiano Subhash Ghai che con la sua Mukta Arts di Mumbay è tra i principali produttori di Bollywood, l’industria cinematografica indiana, che con questo progetto sembra voler fornire la risposta indiana al documentario in sei puntate Wild wild country: una produzione originale Netflix trasmessa dal 16 marzo di quest’anno dalla piattaforma on line e criticata dalla comunità sannyasi per il modo in cui ha raccontato la controversa vicenda del trasferimento, agli inizi degli anni Ottanta, della comunità di Osho dall’India agli Usa, in Oregon.

Il progetto di film di Sucameli – che ha già attirato l’attenzione della stampa nazionale e internazionale, da Variety a Repubblica – «proporrà una lettura di Osho non critica – riferisce il regista da Cannes – raccontando piuttosto la sua storia abbastanza intricata sia nell’Ashram in India, dove gireremo alcune parti, che nel trasferimento in America. E questo fino alla sua discussa morte che si ipotizzò fosse stata causata da un avvelenamento della Cia». Il periodo trattato nel film sarà «quello che va dall’81 all’85 con una parte ambientata in India, più mistica, e una parte americana dai colori del thriller».

Osho non sarà l’unico protagonista, l’altro personaggio principale è quello di una giornalista televisiva che si trasferisce nella comunità del santone per capire se quello di cui tutti parlano sia in realtà un imbroglione o una persona effettivamente illuminata.

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