La primavera di Luca Casali

RIMINI. Con l'arrivo della primavera, è arrivato per il cantautore riminese Luca Casali e la sua Roots Band (Stefano Cristofanelli alle percussioni e Eros Rambaldi al contrabbasso) il tempo di sorridere. E lo faranno presentando il loro primo album “Time to smile”, appunto, sabato 15 marzo (ore 21) al teatro Corte di Coriano, testimone anche della registrazione del disco, nei mesi scorsi. Si tratta di un “cantautorato australe”, un progetto che prende forma e si sviluppa tra sonorità evocative, una fusione di generi musicali con richiami che vanno dal folk al blues passando per la roots music e l'alternative rock. “Time to smile” è un viaggio musicale intrapreso attraverso il vissuto di esperienze e atmosfere: i nove brani inediti si trasformano così in paesaggi sonori capaci di prendere per mano l'ascoltatore proiettandolo in luoghi lontani e descrivendo allo stesso tempo il bisogno primordiale e imminente di cercare una visione esterna e lontana dalla realtà.

Casali, partendo dalle origini della sua formazione musicale, quanto hanno inciso le sue esperienze in Australia e Nuova Zelanda?

«Nei brani sono presenti le influenze musicali degli artisti australiani, soprattutto perché facciamo un genere più diffuso all'estero, che strizza l'occhio alla roots (o street) music e comprende anche un preciso modo di suonare prevalentemente acustico, con l'accordatura aperta e la slide guitar (con la chitarra nella caratteristica posizione orizzontale)» racconta il cantautore.

«Finiti gli studi e tornato da quell'esperienza all'estero mi sono ritrovato a riaffrontare nuovamente la società e i suoi cliché, mentre io mi trovavo meglio nei grandi spazi aperti della natura e così è iniziato il mio percorso musicale, che tuttora mi aiuta molto a stare meglio».

Nel nuovo disco ci sono novità?

«C'è una prima parte più dura, poi a metà arriva un cambiamento verso la serenità e con “Springtime” si sente proprio arrivare la primavera, una sorta di rinascita accompagnata dalla sensazione di stare bene nel posto in cui ci si trova».

Come mai la lingua inglese?

«È quella più vicina al nostro genere, ma non escludiamo lavori futuri in italiano. I testi parlano spesso di viaggi, del rapporto con la natura, della salvaguardia dell'ecosistema e la cosa più importante è che durante i concerti la gente riesca a recepire proprio questo messaggio. Quello che non arriva con le parole, arriva con la musica, capace di trasportare sulla scia dell'emotività».

Cosa accadrà in occasione della presentazione del cd?

«Sarà un vero e proprio spettacolo in cui interverranno tutti coloro che hanno collaborato al disco: Claudio Olivieri alle chitarre, Paolo Beccari all'armonica, Fiorino Fiorini al didjeridoo, Paolo Sgallini all'ukulele, Annalisa Penzi ai cori, Valentina Canini e Giuseppe Vitale. Inoltre vedrà la partecipazione straordinaria di Paolo Angelini alla batteria e il coinvolgimento di Filippo Tonni che realizzerà dal vivo immagini suggestive lasciandosi ispirare dalle nostre sonorità».

 

 

Info: 0541 658667

 

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