Tra cuc-ina e cuc-ito: l’arte di Gruau di illustrare il gusto

Rimini

RIMINI. Tim Blanks, uno fra i più influenti giornalisti di moda del mondo, nell’articolo “Le ultime tentazioni di Christian” pubblicato sul New York Time Magazine nell’agosto del 2002, traccia un sintetico ritratto di Christian Dior focalizzato sulla sua passione per il cibo in generale e la cucina francese in particolare. Un’attrazione fatale per la sua salute che lo porterà a un primo infarto cardiaco a soli 42 anni e alla morte dieci anni dopo mentre soggiorna a Montecatini, ufficialmente per “passare le acque” e disintossicarsi, ma forse per sfuggire al governo francese che gli richiede 40 milioni di franchi di tasse non pagate.
Uova, ostriche e foie gras sono i piatti preferiti dal celebre couturier francese, accompagnati dall’adorato champagne Dom Pérignon utilizzato anche per cucinare trote, anguille e tanto altro.
Nel 1972, a quindici anni dalla sua morte, la Maison Dior di Parigi pubblica il libro di cucina che raccoglie le ricette preferite dal suo fondatore, con il titolo emblematico “La cuisine cousu-main”, la cucina cucita a mano. Si tratta di un piccolo volume di un centinaio di pagine, graficamente molto ricercato con una elegante rilegatura in alluminio in una custodia in plexiglass, stampato in una tiratura limitata a poco meno di 4000 copie per il pubblico. Suddiviso in capitoli di ricette di zuppe, uova, pesce, cacciagione, carne, volatili, legumi, insalate, formaggi, dolci e vini da servire, ognuno di essi è introdotto da una illustrazione di René Gruau, pseudonimo di Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate (Rimini 1909 – Roma 2004).
L’artista, grande amico di Dior, è il disegnatore storico delle campagne pubblicitarie della maison francese. Un’attività ben documentata nella collezione di oltre 400 opere dono di Gruau, esposte in uno spazio permanente a lui dedicato all’interno del Museo della Città di Rimini.
Per realizzare le tavole “gastronomiche” del ricettario, l’artista rivisita in chiave nuveau i capilettera dei manoscritti antichi, utilizzando il nero per le immagini e colori uniformi per il fondo. Una soluzione che si rivela ideale per la riproduzione tipografica.
Le “donnine” che compaiono in ognuna di esse esprimono, come sempre, quella sensualità elegante e raffinata fatta di gioco e malizia che caratterizza lo stile, la qualità e la fantasia di tutta l’opera grafica dell’illustratore riminese.
Nella pubblicazione “René Gruau” edita da Ramberti nel 2003, promossa dall’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, dall’assessorato alla Cultura di Rimini e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Gianluca Lo Vetro scrive: «Tra cuc-ina e cuc-ito: l’arte di illustrare il gusto», dove mette in evidenza i parallelismi fra haute couture e haute cuisine, paragonando lo stilista a uno chef che crea, inventa e sperimenta.
«Solo Gruau – conclude – l’esperto nell’arte sottile di illustrare l’invisibile riesce a dare un volto a queste forme di interdisciplinarità tra bello e buono».

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