Il ravennate Enrico Pazzi celebre scultore dell'800

Rimini

Quest’anno cade il bicentenario della nascita di Enrico Pazzi (Ravenna 1818 – Firenze 1899), uno dei più celebri scultori dell’Ottocento italiano. Dopo l’apprendistato come garzone di bottega, il giovane Pazzi si iscrive all’Accademia di belle arti di Ravenna per esserne più tardi espulso a causa della sua indisciplina e dei contrasti con Ignazio Sarti, insegnante e direttore dell’istituto. Riammesso, nel 1845 ottiene una borsa di studio triennale del Comune di Ravenna e si trasferisce a Firenze per perfezionarsi sotto la guida dello scultore Giovanni Duprè.

Silvia Pacassoni, la studiosa e biografa più autorevole di Enrico Pazzi, racconta la vocazione patriottica dello scultore che nel 1848, con l’amico e collega Luigi Majoli, anche lui ravennate, raggiunge Bologna per unirsi ai moti studenteschi guidati da Tito Livio Zambeccari. L’anno successivo, con il ritorno degli austriaci, entrambi rientrano a Firenze. Ottenuto il prolungamento di altri tre anni del sussidio comunale, Piazzi riprende la frequentazione di Duprè, ma ormai le divergenze politiche, artistiche e forse economiche con il maestro sono tali che il loro rapporto si interrompe.

Rientrato a Ravenna, intraprende una intensa attività scultorea per commissioni pubbliche e private, mantenendo il proprio atelier a Firenze. Per il Comune di Russi scolpisce il monumento a Luigi Carlo Farini, medico, giornalista e importante uomo politico risorgimentale, inaugurato alla fine del 1862. Il bassorilievo che ne è alla base mostra Farini mentre porge a Vittorio Emanule II i risultati dei plebisciti di annessione al neonato Regno d’Italia.

Fra il ’57 e il ’65 Pazzi realizza il monumento a Dante Alighieri eretto al centro di piazza Santa Croce a Firenze in occasione dei 600 anni della nascita del poeta. Dopo l’alluvione del 1966 la statua verrà spostata sul sagrato della basilica. Nel 1872 inizia a lavorare al monumento equestre in bronzo del principe serbo Mihailo Obrenovic III che viene inaugurato alla fine dell’82 a Belgrado. Atto Vannucci, senatore del regno, letterato e patriota toscano gli commissiona la statua di Girolamo Savonarola da collocare nel Salone dei Cinquecento all’interno di Palazzo Vecchio. Solo nel 1921 la scultura verrà trasferita al centro dell’omonima piazza fiorentina. Realizza un nuovo monumento a Luigi Carlo Farini, inaugurato a Ravenna nel 1878, ricostruito da Giannantonio Bucci dopo la distruzione del 1944. Per la famiglia Rasponi di Ravenna nell’84 scolpisce in marmo bianco “Venezia incatenata” dove la repubblica lagunare è rappresentata da una donna dai lineamenti nobili, col capo chino, umiliata dalla catena che la tiene prigioniera, siede sul dorso del leone di San Marco in attesa del suo risveglio.

Nella sua città natale Pazzi si rivela il tenace promotore e artefice della realizzazione del Museo Nazionale che dirige fino al 1898, lasciandovi in eredità il cospicuo patrimonio artistico e bibliografico che possiede.

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