Al Bonci, giro del mondo in musica

Rimini

 

 

CESENA. C’è un mondo dove tutto si dilata all’infinito per poi restringersi nel profondo di cuore e sentimenti. È il caleidoscopico mondo della musica e della musica globale, come lo è quella della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio, di stanza a Roma, a Cesena per la terza volta. Dopo il “Flauto magico” del 2012, l’orchestra di immigrati del nuovo millennio stasera omaggia le donne al teatro Bonci alle 21 con “Il giro del mondo in 80 minuti”, concerto spettacolo con scenografia, filo narrativo, 18 musicisti per 10 paesi e 9 lingue del mondo. Un modello di integrazione, cultura, creatività, scelto come esempio per rappresentare l’Italia al prossimo semestre di presidenza dell’Unione europea a Londra. Ne racconta il “capitano” Mario Tronco (già Piccola Orchestra Avion Travel).

Siete al dodicesimo anno di vita, dove sta andando questa anomala orchestra?

«Mi sembra stia procedendo laddove speravo andasse: verso mondi geografici da scoprire, verso musiche di ogni tipo, jazz, rock, folk ma prima di tutto, verso musiche popolari del mondo. Senza diventarne schiavi, ma cavalcando la musica per andare oltre i generi».

Cosa racconta questo viaggio?

«Parla di un viaggiare con la musica nel mondo, in mare aperto. Sul palco sta una zattera in partenza dal porto di Belesh dove salgono potenziali natanti viaggiatori. Obbligati prima di salire, a mostrare la valigia e a portare una canzone con sé. Poi si parte verso la terra promessa che altro non è che la zattera stessa, ovvero il palcoscenico».

Ci sono dialoghi?

«Pochissimi, solo qualche raccordo narrativo per “raccontare” tutte le nostre musiche, alcune composte per lo spettacolo, altre recuperate dal nostro repertorio adatte al tema, altre proprie della terra di appartenenza. Il concerto mescola più linguaggi, su tre schermi circolari si racconta anche con immagini. Come la storia di Simon, uomo nero che fa il gladiatore al Colosseo. E là scopre che mancano 80 minuti alla partenza della zattera e corre per arrivare in tempo. Un piccolo film di 5 minuti».

Siete un’orchestra che “viaggia” nei luoghi teatrali?

«Siamo soddisfatti; questo “Viaggio del mondo” ci è stato richiesto a Lione mentre continuiamo a girare con il “Flauto magico” di cui grazie a Dio non riusciamo a liberarci. Con la “Carmen” abbiamo debuttato a Lione nel 2013; ammirevoli i francesi per il coraggio di commissionare un’opera a un’orchestra di immigrati. Eravamo un po’ spaventati, invece ci hanno apprezzato; quest’anno la “Carmen” inaugura l’estate alle Terme di Caracalla».

Vi potete considerare un orchestra stabile?

«Lo siamo per un nucleo storico di 17 elementi. A seconda degli allestimenti ci allarghiamo, raggiungendo fino i 60 di “Carmen”».

In tempi in cui le orchestre, ad esempio quelle classiche, si chiudono, voi riuscite a persistere. È per la musica popolare che proponete?

«Non credo sia il genere; credo ci sia bisogno di più passione, spirito di gruppo, sacrificio, di condivisione di progetti umani e musicali. Se c’è un po’ di buona volontà, qualche difficoltà si riesce a risolvere. Non oso giudicare, ma quando leggo degli scioperi del Teatro dell’Opera… e sappiamo quanto è finanziata l’opera! Più passione, più amore per il proprio lavoro, è questo che ci fa andare avanti, questa forte appartenenza al progetto».

Impegni importanti nel 2014?

«Oltre ai già citati, aggiungo il debutto a Londra de “Il flauto magico”, voluto dal nostro governo per inaugurare il semestre di Presidenza italiana in Europa. Per noi è una promozione sul campo; siamo tutti italiani, anche se alcuni di noi attendono ancora la cittadinanza».

Info: 0547 355959

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