Dalla Spagna ad Ascoli Piceno: Federico Fellini superstar

Rimini

RIMINI. Si avvicina la data per la consegna dei Premi Oscar: la 90ª edizione della cerimonia si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il prossimo 4 marzo. Se vi state domandando chi sia l’italiano che ha vinto più Oscar, è stato un riminese, Federico Fellini, che si è aggiudicato ben cinque statuette: quattro per miglior film straniero con “La strada” nel 1957, con “Le notti di Cabiria” nel 1958, con “8 ½” nel 1964 e con “Amarcord” nel 1973; nel 1993 ricevette invece l’Oscar alla carriera. Dietro di lui Vittorio De Sica (4 statuette).

Fellini, nato nel 1920, è morto nel 1993: tra due anni dunque si celebrerà il centenario della nascita. E mentre a Rimini, città natale del regista, fervono i lavori per l’apertura di un Museo Fellini degno di questo nome, in giro per il mondo gli omaggi e i tributi al genio romagnolo non si fermano.

Al Museo Picasso di Malaga, ad esempio, è ora esposta una selezione di disegni, film, fotografie e altri documenti appartenenti al regista italiano. La mostra si intitola “And Fellini dreamed of Picasso” e resterà aperta fino al 13 maggio. Accanto ai materiali felliniani (19 i disegni provenienti da Rimini), sono esposti dipinti, sculture e disegni di Pablo Picasso, mettendo così a confronto le ossessioni di due icone del XX secolo.

L’incontro tra Fellini e Picasso avvenne nel 1962 in Spagna, presente anche Giulietta Masina. Le loro strade artistiche, però, non si incrociarono mai, se non nei sogni: sono tre quelli di Fellini in cui compare Picasso, documentati ne “Il libro dei sogni” insieme agli altri suoi incontri immaginari con Jung, Simenon, Strehler, Orson Welles, Salvador Dalì, Karl Marx, Garibaldi...

Anche ad Ascoli Piceno, nell’ambito della seconda edizione di Cinesophia, il festival dell’estetica e filosofia del cinema in svolgimento il 23 e 24 febbraio, viene dedicata una mostra a Federico Fellini a cura del Museo della caricatura e dell’umorismo di Tolentino; Caro Federico, nel foyer del Teatro Ventidio Basso, è un piccolo grande omaggio all’arte umoristica di Fellini.

Mettendo a confronto Ingmar Bergman e Fellini, il festival indagherà poi il “realismo magico”, cioò la visione sognante e meravigliata del reale. Sabato 24, ad esempio, il filosofo Roberto Mordacci parlerà di “8 ½”, mentre il critico cinematografico Andrea Minuz tratterà “Dell’incantamento, Fellini e il motivo dello sguardo”, e il giornalista Marcello Veneziani proporrà un’inedita visione del cinema felliniano a partire dalla penna dello sceneggiatore Ennio Flaiano. Infine Umberto Curi concluderà il festival con un philoshow: “Il sogno, l’esistenza lucidamente onirica da Amarcord a Inception”.

Perché Fellini continua a parlarci, basta saperlo ascoltare.

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