"Aldo morto" fra rabbia e ironia. Daniele Timpano e il vuoto del non detto

Cesenatico

CESENATICO. La rassegna teatrale “Naufragi” di associazione Mikrà di Roberto Mercadini e Quotidiana.com, presenta stasera alle 21, al teatro Comunale di Cesenatico, una compagnia romana di nuovo teatro. È la Frosini/Timpano, gruppo attivo da dieci anni frutto della creatività della coppia Elvira Frosini e Daniele Timpano. Fra le produzioni in circolazione, “Naufragi” sceglie “Aldo morto” titolo legato alla storia del nostro Paese, ispirato al sequestro e assassinio dello statista italiano nel 1978.

«Dal punto di vista scenico è un monologo – introduce l’autore e interprete Daniele Timpano –. Esordisco dicendo al pubblico che nel 1978, quando il sequestro avvenne, ero molto piccolo e ignaro di quel che accadde. Cresciuto, ne ho ascoltato e letto dalle generazioni a me precedenti, ne ho visto immagini, ma sempre con distanza. La storia che costruisco non racconta il sequestro Moro. È piuttosto uno strampalato affresco sugli anni ’70, è un giro attorno a un buco nero che è quello del nostro presente in cui, quarant’anni dopo, ancora non conosciamo questa storia».

La vicenda esprime dunque il punto di vista con cui si guarda al passato, che è il presente, e lo stato d’animo relativo.

«Costruiamo una drammaturgia attorno al non detto di quell’evento, fra rabbia e ironia». La scrittura, pure originale, fa leva anche su materiali d’archivio.

«Non è un semplice monologo, né una conferenza; la scena è spoglia ma il vuoto è evocativo di quel che non sappiamo, le luci essenziali sottolineano i diversi momenti e stati d’animo». “Aldo morto” del 2012, ha vinto diversi premi ed è stato candidato all’Ubu come “Miglior novità italiana”. L’argomento ha indotto Frosini/Timpano a sviluppare spettacolo e drammaturgia con modalità ancora più pragmatica ed esperienziale; nel 2013 il teatro romano dell’Orologio è diventato location del progetto “Aldo morto 54” che allargava i contenuti dell’opera; Timpano per 54 giorni ha vissuto in uno stanzino di 3 metri X 1 a ricordo della cella di Moro.

«La mia è stata una prigionia falsa ma vera, per 54 giorni sono rimasto chiuso in una cella dell’Orologio da cui uscivo solo per andare in scena alle 21. L’esperienza flirtava con il reality show essendo in diretta Streaming; i momenti della mia “prigionia” così come gli ospiti che mi facevano visita, si potevano vedere sullo schermo».

Da altri spettacoli come “Zombitudine”, Frosini/Timpano ha sviluppato laboratori con esperienze vive nella città. «La condizione di un presente incerto e confuso che ci coinvolge tutti, è di stimolo e materia di altri nostri spettacoli ampliati con progetti collaterali. “Zombitudine” ad esempio ci ha spinti a creare laboratori per attori con esibizioni in città; anche in questo caso abbiamo sviluppato una drammaturgia ulteriore, al di fuori del solo teatro e dello spettacolo, ispirandoci all’universo degli zombie. Siamo drammaturghi che cercano di raccontare un teatro contemporaneo».

Ingresso: 8-6. euro.

Info: 349 5384058

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