Il libro, quel ricercato"oggetto di design"

RAVENNA. Quarta edizione per Fahrenheit 39, festival di ricerca e design nell’editoria in Italia organizzato da associazione culturale Strativari che si terrà da domani (ma con un prologo già stasera) a domenica 9 marzo all’Almagià.

Fahrenheit 39 ha come obiettivo dare attenzione alle pratiche d’arte che indagano come mezzo espressivo l’oggetto libro, quest’ultimo inteso come processo di archiviazione, esposizione e riflessione critica. Il fenomeno si sviluppa sotto l’impeto collaborativo di artisti, autori, curatori, scrittori ed editori indipendenti interessati allo studio del libro non solo come mezzo espositivo ma come forma espressiva della pratica artistica.

«La manifestazione è diventata sempre più un punto di riferimento per chi si occupa di ricerca e design nell’editoria – sottolinea l’assessora alla Cultura del Comune di Ravenna, Ouidad Bakkali –, crescendo sia per quanto riguarda il pubblico che per quanto concerne le collaborazioni in ambito nazionale e internazionale, fino a diventare un appuntamento assolutamente in grado di essere sullo stesso piano di altri analoghi, come ad esempio i festival di Bologna e Milano».

Strativari e il direttore artistico di “Fahrenheit 39”, Emilio Macchia, hanno dunque tracciato un percorso che, dalla semplice collezione e proposta di materiale di qualità (come nella prima edizione del 2008), ha sviluppato nel tempo un proprio interesse per il libro, letto sia nella sua identità di “oggetto di design” che nella sua più quotidiana veste di “veicolo di contenuti”, arrivando quest’anno ad approdare, attraverso uno strano percorso a ritroso, alla più basilare domanda «che cos’è un libro?».

Nello specifico, il festival, come si accennava, si apre stasera con un prologo cinematografico al Corso di via di Roma, dove, in collaborazione con Ravenna Cinema, viene proiettato alle 21 (ingresso libero) il capolavoro di Truffaut Fahrenheit 451.

La “vera” inaugurazione si avrà invece domani, venerdì 7, all’Almagià (ore 18.30) con l’apertura della mostra costruita con quasi duecento pubblicazioni selezionate da una commissione presieduta da Francesco Valtolina (progettista grafico e art director di Mousse Publishing). Subito prima, alle 18, allo studio grafico Image di via Magazzini Posteriori 65, ci sarà il vernissage dell’esposizione Little Big Press. Japanese tea time photobooks. E durante la prima giornata partiranno anche i due workshop di “Fahrenheit 39”, “School of design fiction”, tenuto da James Langdon, e “Subjective guide to a fair”, realizzato in collaborazione con Werkplaats Typografie di Arnhem e tenuto da Bardhi Haliti e Laura Peppa. La giornata di sabato 8 avrà invece come protagonisti principali i “talks”, brevi conferenze e contributi di tre importanti ospiti internazionali, quali lo stesso Langdon (ore 17.30), che parlerà di “Design and narrative”, Alessandro Ludovico (chief editor di Neural magazine dal 1993) con un intervento dal titolo “Post digital publishing, hybrid and processual objects in print”, e Clive Phillpot (curatore, scrittore, ex bibliotecario del MoMa di New York), che tratterà di “Booktrek: half a century of artist books, book art, bookworks & book objects”.

L’ultima giornata del festival sarà poi interamente dedicata al libro fotografico e ospiterà gli incontri con Guido Guidi (ore 11) e, nel pomeriggio dalle 16.30, Michele Cera, Carlos Spottorno e Pedro Alfacinha.

Info: fahrenheit39.com

 

 

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