Quando il teatro è letteratura

Rimini

SAN MARINO. I temi civili di giustizia e legalità sono molto sentiti dal pubblico romagnolo. Così si annuncia di richiamo il dittico di Pietro Grasso in Romagna.

Si comincia con “Per non morire di mafia” tratto dal libro scritto nel 2009 dal magistrato di Licata, attuale presidente del Senato, portato in scena da Sebastiano Lo Monaco, originario di Siracusa, di cui Grasso è grande fan. Lo spettacolo è al teatro Titano di San Marino stasera alle 21.15; replica domani al teatro Comunale di Cesenatico.

Lo Monaco tornerà in Romagna giovedì 13 marzo; al Petrella di Longiano presenta “Dopo il silenzio” tratto dal libro “Liberi tutti” pubblicato nel 2012. Qui sarà affiancato da Mariangela D’Abbraccio e Turi Moricca. La regia di entrambi gli spettacoli è del livornese Alessio Pizzech. Ancora in fase di scrittura è invece il terzo volume di Grasso, di quella che si annuncia una trilogia teatrale contemporanea contro la mafia; un’opera che sembra aprire anche a una nuova drammaturgia. Terminate alcune pose in Rai, Lo Monaco gentilmente risponde.

Un incontro folgorante quello fra lei e l’ex Procuratore anti mafia: come nasce?

«Al teatro Greco di Siracusa, palcoscenico che ha segnato tappe fondamentali della mia carriera. Lì mia madre mi accompagnò a 8 anni a vedere il primo spettacolo, Antigone di Sofocle, tragedia che segnò la mia scelta successiva di fare l’attore. Lì nel 2004 Pietro Grasso venne a congratularsi da ammiratore al termine della mia interpretazione in Edipo re, lo spettacolo di mia più grande soddisfazione. E sempre in quel teatro nel 2009 ci trovammo affiancati, Grasso e io, come spettatori. Il magistrato, va detto, è un grande appassionato di teatro e di opera lirica. Avevo letto il suo libro “Per non morire di mafia” che mi aveva commosso fino alle lacrime. Gli chiesi di portarlo in scena. Lo spettacolo debuttò al festival di Spoleto nel 2010».

Il teatro civile è molto presente nelle proposte in cartellone: qual è la forza di questo testo?

«Questo non è un semplice pamphlet di teatro civile che si esaurisce con l’attualità. Questo spettacolo va oltre il teatro civile, è teatro a 360 gradi. È una rappresentazione che pure essendo in forma di monologo, ha spinto critici come Sergio Sciacca a definirla un classico del teatro, perché è letteratura».

Come cambiano gli argomenti nei due spettacoli?

«“Per non morire” è autobiografico; Grasso in prima persona racconta la storia di una vita, la sua, di uomo delle istituzioni in difesa della legalità. Racconta dell’infanzia, del paese, del primo incarico a Barrafranca nel cuore della Sicilia, della prima importante esperienza come giudice a latere nel maxi processo alla mafia. Lo fa in modo alto ma pure esilarante; nello scontro ad esempio fra il linguaggio dei magistrati e quello “pittoresco” dei mafiosi».

Che dire invece di “Dopo il silenzio”?

«Nel secolo capitolo un ruolo importante l’ha Maria Fedele, moglie di Grasso interpretata da Mariangela D’Abbraccio. Da insegnante quale è stata, ha cercato di infondere tra i suoi alunni il rifiuto della scelta della illegalità e continua a farlo nell’associazionismo».

Qual è per lei siciliano il confine che consente a un ragazzo di “non morire di mafia”?

«Da un lato la mancanza di cultura e di qualità della vita fanno sì che un ragazzo non abbia strumenti per scegliere; dall’altro la latitanza delle istituzioni, in queste terre, spinge a scegliere chi sta più vicino, chi è più prossimo, anche se lo si dovrebbe fuggire».

Cosa invece ha girato in Rai?

«Una piccola partecipazione in un film di Cinzia Th Torrini di cui non so ancora il titolo. Anche se poca cosa, aiuta a pagare mutuo e tasse; perché con il teatro i soldi non si vedono. Ma il teatro è così: lo si fa e basta e io ho fatto spettacoli di grande presa sul pubblico. Ma perché Cesena e Modena non mi chiamano più?».

San Marino 0549 882416Cesenatico 0547 79274Longiano 0547 665113

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