Sport, sfide e campioni. Le figurine Panini che hanno fatto la storia

Rimini

RIMINI. La storia, e prima ancora la mitologia, vivono di sfide e gesti di eroi (raffigurati in storiche “card” come le celebri figurine Liebig), e ancora fino al 14 gennaio al teatro Galli la mostra I migliori album della nostra vita. Storie in figurina di miti, campioni e bidoni dello sport appare come un coloratissimo pantheon delle superstar del mondo moderno. Proveniente dal Museo della figurina di Modena, la vivace esposizione, nata dalla passione collezionistica di Giuseppe Panini, fondatore nel 1961 dell’omonima azienda assieme ai fratelli, è curata dallo scrittore e giornalista Leo Turrini, e presenta una ricca collezione di mille figurine «per guardare, scoprire, giocare, stupirsi, divertirsi, ricordare». Articolata in venti sezioni, la mostra comprende anche collezioni storiche come la raccolta di sport vari Huntley & Palmers (Reding-London 1878-1881), foto in grande formato, manifesti, articoli di giornale. Si spazia dai campioni delle Olimpiadi e dei Mondiali di calcio alle sfide tra grandi rivali, passando attraverso i “fenomeni” di ieri e di oggi e le stelle degli Usa, ma anche figurine rare e introvabili come quella divenuta celebre del portiere Pizzaballa.

Turrini, perché come ha sottolineato nella sua presentazione riminese, ‹‹dietro quelle figurine c’è l’evoluzione della società italiana››?

‹‹La figurina è la nonna della televisione. È la trisavola di Internet. La figurina idealizzava l’immagine quando non esistevano i moderni mezzi di comunicazione. Ciò nonostante si è adattata ai tempi, gli album ci sono ancora, le collezioni anche. In questo senso la figurina rende testimonianza di una evoluzione cui nessuno di noi può dirsi estraneo. La figurina c’era, c’è e ci sarà sempre››.

In mostra viene posto in rilievo come attraverso le figurine si parli anche di temi delicati come il razzismo…

‹‹La Storia con la maiuscola spesso si nasconde in una figurina. Nel Museo che Giuseppe Panini volle donare alla sua città, ho trovato ad esempio l’immagine del bianchissimo velocista australiano Norman. Era uno specialista dei 200 metri, vinse la medaglia d’argento alla Olimpiade messicana del 1968. Ebbe il coraggio di aderire alla protesta contro il razzismo dei suoi rivali neri americani, Smith e Carlos. Per questo atto di generosità, Norman fu perseguitato dal governo del suo Paese e mai più convocato in nazionale. La sua Storia sta racchiusa nella figurina della premiazione di Mexico68!››.

Si può quindi dire che attraverso di esse anche atleti rapidamente scomparsi dalle scene agonistiche abbiano conquistato un altro tipo di immortalità?

‹‹La figurina è come la livella di Totò: rende uguali. Negli album trovi il campione ma anche il bidone, Maradona e Blissett, Coppi e Malabrocca. Come diceva Warhol, tutti abbiamo diritto al nostro quarto d’ora di celebrità››.

Orario: 10-13 e 16-19.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui