Anche Jorge Bergoglio apprezza l'arte del lughese

Rimini

Quest’anno cade il centenario della nascita di Enrico Manfrini (Lugo di Romagna 1917 – Milano 2004), uno degli scultori più importanti del Novecento italiano.

Figlio d'arte – il padre è professore di disegno –, dopo due anni di frequenza all’Accademia di belle arti di Bologna si trasferisce a quella di Brera a Milano, dove si diploma e diventa l’assistente del suo insegnante Francesco Messina, che sostituirà nella cattedra di scultura nel 1971, mantenendola fino al 1984. Durante la sua lunga carriera si dedica prevalentemente all’arte sacra, diventando anche lo scultore ufficiale pontificio così da essere conosciuto in tutto il mondo come “lo scultore dei papi” avendo ritratto tutti quelli che si sono succeduti sulla sedia di Pietro a partire da Pio XII a Giovanni Paolo II.

Poche le opere profane, come quelle conservate al Museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, il monumento ai caduti di Busto Arsizio del 1951 e Il trionfo del lavoro, il pannello di bronzo per l’asilo “Carlo della Penna” di Vasto del 1954.

Celebri sono le sue “porte” in bronzo, a partire da quelle della Glorificazione di Maria della cattedrale di Siena del 1958, a quella della Madonna per la basilica di Santa Maria Assunta a Troia nella Capitanata, quelle per l’abbazia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni e quelle per la basilica di San Paolo fuori le mura a Roma inaugurate nel 2000.

Per l’estero, nel 1970 scolpisce la porta per la cappella di San Paolo a Damasco e le tre porte della Cattedrale di St. Mary of the Assumption a San Francisco progettata da Pier Luigi Nervi e Pietro Belluschi. Inaugurata nel 1971, contiene tabernacoli e rappresentazioni mariane di Manfrini, oltre al grande pannello bronzeo posto sopra l’ingresso principale, dove popoli di tutte le razze e fedi sono rappresentati come un’unica famiglia riunita in Cristo.

Poche le opere in Romagna. La statua in bronzo di San Giuseppe col Bambino eseguita da Manfrini nel 1999 è collocata nella cappella “delle arti liberali”, oggi dedicata al santo, all’interno del Tempio Malatestiano di Rimini, mentre Montetauro conserva nel giardino della chiesa parrocchiale la splendida statua in bronzo a grandezza naturale di Innocenza, la santa riminese martirizzata da Diocleziano, in piedi con le mani giunte. Sempre dello scultore lughese sono le scene di vita della santa raffigurate nei due bassorilievi bronzei che decorano l’accesso alla chiesa e una Vergine col bambino in trono è incastonata sotto la tettoia che guarda sul giardino.

Un artista con alle spalle una lunga e operosa carriera fatta di grandi qualità scultoree, forse meno celebrato di altri di minor valore. Una curiosità: invitato a scegliere fra tre modelli di “anello del pescatore”, papa Bergoglio preferisce il bozzetto di uno in argento dorato, con l'immagine di San Pietro che stringe le chiavi con la mano destra mentre la sinistra tiene la rete, eseguito nel 1976 da Manfrini per papa Paolo VI , mai utilizzato.

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