Un lento viaggio argentino pieno di realismo magico

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LONGIANO. Amanda Sandrelli ha scoperto il Petrella di Longiano come «il teatro perfetto per gli attori». Come un luogo adatto a dare il la, stasera alle 21, al primo passo del nuovo progetto teatrale Il tango del marinaio fiorito da un testo del prolifico Giovanni Clementi.

«Ancora tanti anni fa – ricorda Amanda Sandrelli – Clementi mi aveva fatto leggere questo monologo. Mi piacque subito, poi però non si realizzò».

Stasera recita o è a leggio?

«Cominciamo con una lettura, ma già densa di suggestioni, per poi prendere confidenza anche con i movimenti e la memoria. Questo debutto è un primo passo, per arrivare con comodo allo sviluppo del progetto globale. Entriamo in questo nuovo viaggio con rispetto, lentamente. Bisogna coltivare il lavoro con scrupolo, permettere di fare depositare le cose, di aspettare, per poi riprenderle in mano. E il progetto, più cresciuto, svilupperà nuove prospettive».

Procedete secondo quello spirito di lentezza proprio del realismo magico di cui pare essere pervaso il testo.

«Il monologo esprime un modo di vedere il mondo e la vita tipicamente sudamericano. E ha un qualcosa di molto originale, nello stile in cui è scritto e raccontato. Sul palco siamo in tre, c’è la fisarmonica meravigliosa di Ioanna, e i disegni di Ballestracci. Perciò ogni sera cambia qualcosa, per noi è bello come fare jazz, ognuno si aggiusta ascoltando l’altro come fosse una jam session».

Cosa racconta la storia?

«Racconta di un emigrato, di un giardiniere marchigiano che si imbarca su di un bastimento e arriva in Argentina. In quel primo Novecento lui, che sapeva tagliare, apre una barberia. Io sono sua figlia e racconto la mia e nostra storia carica di magia, al punto che la mia età è di 137 anni. La storia avrà poi degli sviluppi inaspettati, cambierà d’atmosfera».

Si è domandata perché è stata scelta lei per interpretare questa storia?

«Ovviamente bisogna chiederlo all’autore; da parte mia posso dire che il mio unico scopo sul palco è di mettermi al servizio della storia; non mi preoccupo della tecnica, né del personaggio o del risultato; penso solo a raccontare, a diventare io stessa una storia».

A cosa si deve questa preoccupazione?

«Forse alla mia smodata passione per la lettura che mi accompagnò sin dall’infanzia, specialmente in anni difficili per me, tra gli 8 e i 13. Rammento che ero onnivora, la lettura era una mania che mi permetteva di immergermi dentro un altro mondo, di farmi dimenticare le cose negative. Ecco, forse quello sprofondare nella lettura ha creato il mio bisogno di diventare io stessa una storia, di nascondermi dentro, cosa che non ha nulla a che fare con il recitare un personaggio».

Che altro c’è nella sua prossima stagione?

«Riprendo lo spettacolo Vivo in una giungla, dormo sulle spine testo sull’immigrazione di Laura Sicignano, e Boomerang di Angelo Longoni. Il teatro mi ha aiutato nella crisi post separazione cinque anni fa, adesso preferisco prendermi tempo e stare con i miei figli».

Euro 18. Info: 0547 666008

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