Niente significa mai una cosa sola

Rimini

SAN MARINO. «L’enigma oggi ci riguarda tutti», afferma Ottavia Piccolo interprete stasera, ore 21, al teatro Titano di San Marino, dello spettacolo “Enigma. Niente significa mai una cosa sola” di Stefano Massini. L’attrice, che nella sua lunghissima e apprezzata carriera vanta tanti film d’autore, per il cinema e la televisione, e lavori teatrali che hanno lasciato il segno nella storia della scena italiana, ricopre il ruolo di Ingrid Winz, un’insegnante di storia, nella Berlino Est, vent’anni dopo la caduta del muro. Le è accanto Silvano Piccardi, che veste i panni di Jakob Hilder, insegnante di matematica ed enigmista, che cura anche la regia.

A Ottavia Piccolo abbiamo chiesto le ragioni di tanta ambiguità nel testo che poi si ripercuote sul palco.
«Ciò che accade non si deve capire. Dei due protagonisti non si sa nulla o quasi nulla e quel che si scopre potrebbe non essere vero. E i due potrebbero mentire sapendo di farlo. Sono sulla sessantina e si incontrano in una Berlino Est che non è più quella dove loro sono nati e vissuti. Questi sono gli elementi basilari dell’enigma».

Ma questo grande enigma prima o poi si dipana?
«Sì, molto prima della fine si chiarisce e il pubblico entra nel mondo di queste persone che hanno vissuto quasi tutta la loro vita in una democrazia proletaria, come veniva definita, che nel momento in cui crolla perdono tutte le loro certezze. Così tutto quello che sta loro intorno è enigmatico».


È dunque una metafora della vita?
«Certo, racconta ciò che riguarda tutti. Oggi accadono cose intorno a noi che non capiamo, quello in cui abbiamo creduto non esiste più, siamo spaesati, ecco l’enigma che ci avvolge».


Avete lavorato a stretto contatto con il drammaturgo che è lo stesso del film “7 minuti” in cui ha recitato anche lei?
«Abbiamo lavorato molto in un sodalizio perfetto. Massini è giovane, ha l’età di mio figlio, ma è uno degli autori di teatro più rappresentati al mondo ed è anche scrittore di straordinari romanzi».


A proposito di libri, lei legge molto?
«Si, sono curiosa e leggo molto, quest’anno ho anche presieduto la giuria del Premio Campiello».


La stessa curiosità la guida anche nel lavoro?
«Mi piace sperimentare, non dormo sugli allori, cerco cose nuove che mi stimolino ed è la ragione per la quale da 12 anni lavoro con Massini che è appunto un autore curioso capace di inventarsi cose diverse, a me è questo che interessa».


Insieme portate in scena anche un altro spettacolo, qual è?
«Con la rappresentazione sammarinese, “Enigma” chiude e dal nuovo anno riprendiamo la tournée con “Occident Express” dove al contrario tutto è molto chiaro e narra la drammatica fuga di una donna irachena dalla guerra».


Nella sua bellissima carriera a cosa ha dovuto rinunciare?
«Sono stata fortunata, nella vita e nella carriera. Ho potuto fare le scelte in sintonia col mio essere e non mi sono mai sentita sacrificata, anche grazie a chi mi sta accanto».


E sul tempo che passa cosa pensa, considerato che l’immagine per un attore conta molto?
«Il mio pubblico è cresciuto insieme a me e mi riconosce come qualcuno di famiglia, io non mi sono mai atteggiata a diva. A qualcuno può accadere di vedermi in un film di 50 anni fa e allora il cambiamento fa impressione ma tutti cambiamo, è naturale».


Info: www.sanmarinoteatro.sm

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