«Il mio Sofocle vero maestro di vita e teatro per i ragazzi»

Rimini

LUGO. Al teatro Rossini di Lugo è andato in scena lo spettacolo “Antigone” per la regia di Livio Galassi, con Antonio Salines e, nella parte principale, Barbara Bovoli.

Lughese doc, formatasi coi grandi maestri di Milano e Roma, Barbara ha deciso di coinvolgere in questo spettacolo anche gli studenti degli istituti superiori del territorio, per far capire ai ragazzi in cosa consiste il lavoro dei teatranti e che cos'è la vita di compagnia. Si tratta del progetto “Pietre miliari”, rivolto soprattutto ai licei classici: una peculiare alternanza scuola-lavoro che vede gli studenti approfondire la conoscenza dei testi del canone greco e latino in un contesto profondamente diverso da quello delle aule scolastiche, come spiega la stessa Bovoli.

Questa “Antigone” ha già debuttato in Sicilia.

«Sì, ha debuttato a Segesta, poi ha girato un po' quest'estate e adesso la riprendiamo per l'inverno, adattandola. Lo spettacolo farà parte di una prima edizione del progetto Pietre Miliari, un'idea nata dal desiderio di avvicinare il teatro ai giovani, in collaborazione con Domenico Randi della Fondazione Teatro Rossini».

Sono tutti delle superiori?

«Sì, è rivolto alle scuole superiori del lughese, per dare agli studenti la possibilità di fare esperienza concreta di vita con una compagnia professionale. Lo scorso 30 ottobre i ragazzi hanno partecipato a una conferenza di presentazione del progetto, si è parlato di riletture del mito e della sua attualità. Poi i ragazzi hanno partecipato a una selezione».

Come funzionava?

«Si è scelto, anche parlando con la dirigente, di rivolgerlo solamente alle III, IV e V per fare rientrare il progetto nel programma di alternanza scuola-lavoro. I licei classici sono stati felicissimi, perché mentre per gli studenti di un istituto professionale è più facile trovare un'attività lavorativa consona agli studi fatti, i Classici sono in difficoltà. Sofocle è materia d'esame, quindi l'esperienza teatrale è giustissima. È giunto un interessamento a questo progetto anche dal Classico di Ravenna».

Quanti ragazzi avete selezionato?

«Ventidue. I ragazzi dovevano mandare una lettera motivazionale e un curriculum delle loro esperienze. Anche questa è formazione per loro: spesso per un attore saper andare in motorino o a cavallo potrebbe rivelarsi utile. Alcune lettere motivazionali sono da pelle d'oca, hanno scritto cose bellissime. Si potevano candidare come attori o come aiuti alle maestranze: collaborare con l'ufficio promozione, scrivere un comunicato, aiutare a realizzare i costumi, affiancare il tecnico di palco, la biglietteria e tanto altro».

Questa esperienza si concluderà con lo spettacolo o andrà avanti?

«Dopo lo spettacolo si chiuderà questa prima parentesi. Ma spero che lo spettacolo vada avanti anche per una seconda edizione, già nella prossima primavera. Sto pensando di creare un piccolo circuito di teatri aderenti al progetto “Pietre miliari”, nei quali i ragazzi possano essere ospitati assieme alla compagnia nel periodo estivo, durante il quale sperimentare la vita di compagnia in tutto e per tutto, dalla spesa giornaliera all'adrenalina del debutto. Poi chissà, questa potrebbe essere l'occasione per qualche ragazzo interessato di entrare a far parte stabile delle compagnie».

Cosa significa per lei lavorare con i ragazzi?

«Adoro lavorare con loro. Insegno recitazione da 12 anni, ma è sempre una gioia pazzesca lavorare con loro. È un campo che mi interessa moltissimo. Al Pigneto ho uno spazio che si chiama “Liberamente teatro”, dove insegno a persone di tutte le età».

Spesso le traduzioni dei classici sono molto ostiche, soprattutto per ragazzi. Cos'ha di diverso la traduzione di Roberto Lerici?

«Il suo adattamento è un sogno. Scivola via benissimo per gli attori, riesce a essere quotidiano e diretto senza essere semplificato. I momenti del coro sono di una poesia stupenda».

Dopo una formazione a Bologna e a Milano, e dopo una laurea in psicologia a Cesena, adesso abita e lavora a Roma. Ha mai pensato di tornare a Lugo?

«Cerco da sempre di tornare a casa il più possibile, quasi ogni settimana. Sono rimasta profondamente legata a questi posti. Ma c'è da dire che, anche a causa del mio lavoro, sono cittadina del mondo».

Quando tornerà in Romagna con uno spettacolo?

«Il 13 aprile al teatro Binario di Cotignola porterò in scena un monologo che ho scritto, “Arianna ha perso il filo”, e che sta riscontrando un buon successo».

Biglietti da 10 a 20 euro.

Info e prenotazioni: 333 8537695

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