Gli inquietanti spasmi del Rinascimento e l'orizzonte luministico del Manierismo

Rimini

FORLÌ. Tra il XVI e il XVII secolo, dall’ultimo Michelangelo a Caravaggio, passando attraverso artisti quali Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Parmigianino, El Greco, il naturalismo dei Carracci – con quel loro «affettuoso timbro lombardo», come lo chiama Longhi –, e poi Federico Barocci, Veronese, il modellato cromatico di Tiziano, fino a toccare le forme alternative di Rubens e di Guido Reni, si dipana un filo estetico di rimandi e innovazioni, premonitore di una età nuova.

È questo il periodo indagato da L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio , la nuova, grande mostra del San Domenico di Forlì, annunciata ieri dal 10 febbraio al 17 giugno 2018. Una esposizione che – seppure ancora in nuce – nelle intenzioni degli organizzatori vuole essere «sontuosa». Caratterizzata da un nuovo percorso che, per la prima volta, utilizzerà come sede espositiva la chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo, a conclusione del suo integrale recupero.

L’Eterno e il tempo documenterà quello che è stato uno dei momenti più alti e affascinanti della storia occidentale: gli anni che idealmente intercorrono tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610); tra l’avvio della Riforma protestante (1517-1520) e il Concilio di Trento (1545-1563); tra il Giudizio universale di Michelangelo (1541) e il Sidereus nuncius di Galileo (1610) e che rappresentano l’avvio della modernità.

L’istanza alla Chiesa di Roma di un maggiore rigore spirituale, se da un lato produceva una rinnovata difesa delle immagini sacre (soprattutto a opera della Compagnia di Gesù), dall’altro imponeva una diversa attenzione alla composizione e alla raffigurazione delle immagini, nonché a una ridefinizione dello spazio sacro e dei suoi ornamenti.

Ma è anche la vita quotidiana che si affranca dai bagliori dell’estremo Rinascimento. Si avverte una “temperatura sentimentale” che pare interpretare il nuovo senso del Concilio tridentino che deve parlare a tutti i cuori creando una nuova forma di pietà e di devozione, con l’esaltazione della figura mariana, dei primi martiri e dei nuovi santi. Francesco d’Assisi fra tutti.

In Italia la battaglia più impegnativa per il dipingere e per il vivere moderno si combatte nella pittura di commissione sacra. Il protagonista di questa lotta è soprattutto Caravaggio, che tenta una innovazione radicale del suo significato religioso come fatto di religione profondamente popolare.

A essere protagonisti, dunque, il dramma e il fascino di un secolo che vide convivere gli inquietanti spasimi di un superbo tramonto, quello del Rinascimento, e il procedere di un nuovo e luministico orizzonte, con grandi capolavori del Manierismo.

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