Rimini a inizio '900: una Belle Époque ma non per tutti

Rimini

RIMINI. Un’epoca bella, ma non per tutti. Il 1900 decretò, in tutta Italia, l’avvio di una serie di progressi sociali, economici, culturali e politici. Fu così naturalmente anche per Rimini, dove nel primo quindicennio del Novecento nacquero imprese innovative, l’elettricità sostituì il gas, fu fatta la prima telefonata, circolarono le prime automobili.

A ricostruire quei giorni cruciali arriva ora un libro edito da Panozzo, Vivere a Rimini negli anni della Belle Époque (pp. 190, € 18) scritto dallo storico riminese Davide Bagnaresi con il prezioso supporto delle immagini raccolte da Alessandro Catrani. Un ricco, minuzioso, documentato prequel del volume Vivere a Rimini negli anni della Grande guerra (Panozzo, 2015) dello stesso autore.

Il volume sarà presentato venerdì 24 alle 17.30 al Museo della Città dall’assessore Massimo Pulini e da Daniela Calanca, docente di Storia contemporanea.

Dunque ai primi del Novecento Rimini è in forte espansione e sta ridefinendo una sua nuova identità: grandi personaggi dell’intrattenimento – come Buffalo Bill – passano da qui. Nel panorama nazionale assume una sempre crescente rilevanza grazie al turismo: una fase che ridefinisce per sempre l’immagine e l’immaginario della città. Ma non per tutti è una Belle Époque: a fronte dei progressi, ecco le emergenze sanitarie, le esondazioni del Marecchia, gli scioperi, le agitazioni... Un periodo su cui c’è ancora molto da dire, e sul quale questo libro riaccende meritoriamente la luce.

Davide Bagnaresi è dottore di ricerca in Storia dei partiti e dei movimenti politici e docente a contratto in Storia dei consumi e delle imprese turistiche.

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