Dolce Cabiria: dopo 60 anni rivive la Charlot di Fellini

Rimini


RIMINI. Siamo abituati a pensare a Federico Fellini come a un genio piuttosto autarchico. Al massimo la vulgata riminese riconosce all’esprit di Tonino Guerra quel guizzo carnalmente naïf, riscontrabile soprattutto in film più esplicitamente autobiografici come Amarcord. Diversi studi, invece, hanno evidenziato nella filmografia del regista il ruolo di collaboratori non certo di secondo piano. E di questi forse il più importante ma anche il più offuscato dalla debordanza felliniana è Pier Paolo Pasolini. Una collaborazione che si esplicitò nel capolavoro Le notti di Cabiria (1957) e che viene ampiamente analizzata nel volume Inspiring Fellini di Federico Pacchioni (University Of Toronto Press, 2014), rilanciata anche da Riccardo Rosati sulla Rivista di studi italiani: «Inizialmente chiamato per aiutare col dialetto romano e fare da “guida” a Fellini nelle borgate della Capitale – scrive Rosati –, il poeta friulano si prese sempre più spazio, diventando il principale consulente nella realizzazione della pellicola».


La giornata di studi
Ma quanto Pasolini c’è nella struggente Cabiria? E quanto invece l’iperautore Fellini fagocitò anche Pasolini, come faceva con i suoi pur autorevoli collaboratori e sceneggiatori (Tullio Pinelli, Ennio Flaiano...)? È un quesito che non può che incuriosire, ma che potrebbe trovare risposta nella giornata di studi promossa dal Comune di Rimini al Teatro degli Atti giovedì 26 ottobre dalle 9.30. L’occasione è data da un anniversario: Le notti di Cabiria infatti compie 60 anni e sarà proiettato nel 24° anniversario della morte di Fellini, il 31 ottobre alle 21 in Cineteca (ingresso libero).


Il film
Le notti di Cabiria ottenne un successo enorme in tutta Europa e negli Stati Uniti dove, il 26 marzo del 1958, vinse l'Oscar come miglior film straniero (il secondo consecutivo dopo quello per La strada l'anno precedente). Oscar dunque “di peso”, che fu ritirato proprio da Giulietta Masina dalle mani di Dana Wynter e Fred Astaire. La pellicola ricevette anche due David di Donatello e quattro Nastri d'argento, oltre al premio del Festival di Cannes 1957 per l'interpretazione di Masina.


La sua influenza
La prostituta Cabiria – soggetto scabroso per l’Italia degli anni Cinquanta, paragonata da più parti a Charlot per poesia e sentimento –, è un personaggio dalla forza straordinariamente contemporanea: quanto la Gelsomina della Strada era triste e passiva, così Cabiria – pur nella sfortuna – è forte e combattiva.
«È possibile che Le notti di Cabiria sia il più diseguale dei film di Fellini, ma i momenti forti sono di tale intensità che esso diventa per me il suo film migliore» scriveva Truffaut nel 1957, sottolineandone «una comicità di osservazione che deborda continuamente in invenzioni barocche». Inserito nella lista dei “100 film italiani da salvare”, venne censurato in Italia, ma i sette minuti tagliati sono stati riaggiunti nel 1998.
Da Le notti di Cabiria furono tratti anche la commedia musicale Sweet Charity e il film omonimo di Bob Fosse con Shirley MacLaine.


La giornata di studi
Gli interventi del 26 ottobre prenderanno in esame differenti aspetti della pellicola: Fabrizio Natalini parlerà della sceneggiatura e del rapporto complesso tra Fellini, Pinelli e Flaiano. Andrea Minuz analizzerà la critica. Paolo Fabbri approfondirà il contributo di Pasolini alla sceneggiatura, rapporto che proseguì nel progetto mai realizzato Viaggio con Anita e in alcune scene de La dolce vita, scritte da Pasolini e poi modificate. Mariapia Comand affronterà il ruolo della donna nei film di Fellini. Tomaso Subini si concentrerà sulla religione. Chiuderà Marco Bertozzi sulla rappresentazione della città nel cinema di Fellini. A coordinare gli interventi sarà Roy Menarini.


Info: 0541 704302

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