Neklyaeva promossa

Rimini


SANTARCANGELO
RITA GIANNINI
Innovazione e ricerca internazionali, espressione di generazioni e latitudini diverse, hanno premiato “Santarcangelo festival” 2017. La nuova direzione di Eva Neklyaeva (con Lisa Gilardino), scelta con una chiamata pubblica lo scorso anno, si è rivelata una scommessa vincente. Parlano i dati: più spettatori anche stranieri, più affluenza, un gran numero di operatori stranieri che hanno affiancato gli italiani, più stampa internazionale accanto a quella nazionale. A parità di spettacoli, 118 quelli gratuiti più 118 quelli a pagamento (totale 236), quasi parità di pubblico: 11.204 biglietti venduti (con un incremento del 45% rispetto al 2016) e 12.000 spettatori agli eventi gratuiti. Tra gli altri numeri, quello degli artisti coinvolti, 66, che hanno messo in campo 169 repliche, 16 concerti, 5 habitat, 3 laboratori, 6 incontri, 15 proiezioni e 12 dj al “Dopofestival”, accolto quest’anno nel Circo in mezzo al verde, (da qui “Imbosco”) che ha riscosso un successo strepitoso.
Del disegno programmatico complessivo hanno fatto parte anche le attività speciali create con occhio particolarmente attento che è stato molto apprezzato: come “Nonhumanity, Museo della nonumanità”, punto nodale del festival, animato anche da seminari e incontri; il B&B (sempre pieno) gestito dalle “Azdore”, il campeggio, il selezionato mercatino vintage. Un successo riscontrabile anche online con la pagina Facebook che ha superato i 19.000 like, con una copertura di 190.000 persone raggiunte: nell’ultimo mese effettuate 859 azioni e registrate 224.000 interazioni.

Roberto Naccari
«Nonostante ogni passaggio da una direzione all’altra non sia facile, arrivando come accaduto col fiato corto, si è riusciti a recuperare tutto – ha spiegato il direttore di Santarcangelo dei Teatri (nonché direttore organizzativo del festival) Roberto Naccari –; ad esempio si è presto e bene recuperata la vendita on line che a tre giorni dall’inizio languiva. La scommessa innovativa ha pagato. Dal primo fine settimana tutti gli spettacoli hanno avuto il sold out e così fino alla fine, senza nessuno spettacolo in sofferenza, sia quelli a pagamento sia quelli gratuiti, così la musica e il cinema, che hanno sempre trovato attenzione anche da parte di un pubblico non rigorosamente festivaliero ma che ha fame di spettacoli».

Innovazione positiva
Molto importante, come ha precisato, «l’equiparazione di tutti gli eventi da parte del direttore, pari dignità e considerazione che hanno reso forte la formula e non ne hanno spezzato l’identità, una innovazione molto positiva».
Nel sold out potrebbe avere influito la minor sovrapposizione delle proposte sceniche, figlia di un’attenzione scrupolosa. In ogni caso, «a rafforzare il dato, l’arrivo di un pubblico molto rinnovato pronto ad accogliere proposte anche non facili capaci di aprire sguardi nuovi».
Va sempre tenuto conto che essere un festival della contemporaneità, che ha nel suo Dna il cambiamento, è un’arma a doppio taglio, da un lato positiva ma anche espressione di criticità. «Non offre certezze di continuità, chiede di rimettersi sempre in gioco».

La diversità
Anche il tema di quest’anno non era facile: il corpo come oggetto politico, sollevando domande sull’accettazione e sul diritto di esprimersi attraverso l’arte mettendo in luce diversità, sessualità, malattia. «È diritto degli artisti affrontare temi rilevanti nelle società contemporanee – sostiene la direttrice – c’è chi lo fa in modo più ludico e giocoso, chi attraverso una ricerca radicale. L’ampia presenza di pubblico ha evidenziato non solo che la formula ha funzionato ma anche le sfide artistiche».

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