L’arte come disgusto e raccapriccio

Rimini


RAVENNA. Uno dei massimi avanguardisti dell’arte contemporanea mondiale, fondatore dell’Azionismo Viennese, tra i più discussi artisti viventi, radicale, sconcertante, controverso, estremo. Tutto questo, e molto di più, è Hermann Nitsch, a cui la galleria FaroArte di Marina di Ravenna dedica una retrospettiva importantissima che si inaugura sabato 15 aprile (ore 17.30). «Si tratta di un evento eccezionale – sottolinea Pericle Stoppa dell’associazione Capit, che organizza l’esposizione – realizzata solo grazie all’amicizia personale del nostro socio Franco Bertaccini con l’artista. Nitsch espone solo in musei e grandi spazi, averlo di nuovo a Marina di Ravenna, dove nel 2007 allestimmo una sua personale al Park Hotel, è una soddisfazione enorme».


Quattro sezioni
La mostra, dal titolo provocatorio “La crudeltà nell’arte”, sarà divisa in quattro sezioni tematiche che racconteranno le varie sfaccettature dell’opera nitschiana, sia tramite vere e proprie opere pittoriche singole (tra cui quella, splendida, di proprietà del Mar di Ravenna) provenienti da collezioni private o facenti parte del materiale d’archivio della Fondazione Nitsch, sia grazie alle fotografie che illustrano le sue performance e agli oggetti utilizzati durante le varie “aktionen”.
«Il percorso espositivo intende raccontare Nitsch sia come artista che come uomo – illustra Linda Guerrini, curatrice della mostra insieme a Bertaccini – anche tramite testimonianze di chi l’ha conosciuto, che ho raccolto in un video-documentario. E con buona probabilità lo stesso Nitsch riuscirà a trovare la possibilità di venire a Marina di Ravenna durante il periodo della mostra».


L’artista
Nato a Vienna nel 1938, Hermann Nitsch incarna un’arte fortemente influenzata dalla sua ammirazione per autori e artisti come De Sade, Nietzsche, Freud e Artaud. Nel suo manifesto puntualizza come le sue azioni debbano suscitare nello spettatore disgusto e ribrezzo, al fine di innescare una controreazione di catarsi e purificazione. Il suo lavoro trova la massima espressione nel “Teatro delle orge e dei misteri”, opera d’arte totale che si riferisce, come già suggerisce il nome, alle orge dionisiache dell'antichità e alla tradizione teatrale medievale del “Teatro dei misteri”.


Arte come azione
«Con l’Azionismo Viennese Nitsch compie un’evoluzione radicale – spiega lo storico dell’arte Claudio Spadoni, autore di un saggio critico presente nel catalogo della mostra – passando dall’arte intesa come rappresentazione pittorica a quella intesa come azione vera, è il “teatro della crudeltà” di Artaud proiettato in chiave arti visive. Hermann Nitsch è un artista-filosofo. C’è un’idea del sacro che l’artista rianima e celebra: il sacro inteso etimologicamente come attributo sacrificale, e che può richiamare anche ciò che è maledetto, esecrabile, crudele appunto, come recita il titolo dell’esposizione».


Una scommessa
Discusso e controverso, si diceva, perché Nitsch cerca di insinuarsi nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. «È per questo – evidenzia l’assessora alla Cultura del Comune di Ravenna, Elsa Signorino – che l’evento rappresenta un’importante scommessa, ponendosi come proposta culturale non scontata, complessa e tuttavia di grande densità e spessore».
Fino al 4 giugno, capitra.it

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