Dal flop in America all’amata Rimini

Rimini


RIMINI. Un viaggio musicale nell’“America blindata di Lucio Battisti” fra aspettative, amarezze e amici ritrovati. Lo ripercorre il giornalista Michele Bovi nel suo ultimo libro “Note segrete. Eroi, spie e banditi della musica italiana” (Graphofeel editore) in uscita il 20 febbraio.
“Note segrete” è un libro molto originale che arriva a seguito di un altrettanto originale programma televisivo. «L’idea del libro – racconta Bovi – è nata dopo il successo delle due stagioni su Rai 1, nel 2014 e 2015, di “Segreti pop”, serie in cui si svelavano fatti e retroscena fino ad allora celati del mondo della musica pop italiana tra anni Sessanta e Settanta. Nelle varie puntate si è parlato di musica copiata, di “musicarmata”, di musica spiata e così via. Ma, una volta conclusosi “Segreti pop”, sono stato contattato da tante persone che volevano raccontarmi ulteriori aneddoti e fatti inediti legati agli argomenti che avevo trattato. Da lì l’idea, insieme ai miei collaboratori Roberto Di Nunzio e Umberto Rapetto, di trasformare l’esperienza televisiva in un libro».
A Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è dedicato un intero capitolo del volume che l’autore presenterà oggi a Roma al Piper club.


Battisti a Rimini
Ma cosa lega Battisti a Rimini, dove tuttora la moglie, Grazia Letizia Veronese, possiede una casa in zona Grand Hotel in cui risiede spesso, e dove anche il figlio Luca ha abitato? Tutto nasce nei primi anni Settanta, quando Rimini, insieme alla Versilia, era davvero il fulcro della musica nazionale, grazie ai tantissimi e diversissimi locali da dove passava il meglio del pop italiano. In un ambiente così pregno della sua passione musicale, Battisti si sentiva a suo agio, molto più che a Roma o a Milano. E storica rimane infatti la data del 7 agosto 1970, quando dall’Altromondo Studios – in quel momento il non plus ultra delle discoteche in Italia – partì la sua tournée con la Formula 3 con un successo clamoroso: duemila persone ai piedi del palco, altrettante in fila fuori. Non a caso Gilberto Amati, che dell’Altromondo prima che proprietario era la mente, diventerà uno dei più cari amici del cantautore. E sempre non a caso, a Rimini, circondato dagli artisti che più amava, Battisti sentì sempre realizzata la sua totalizzante passione per la musica. Musica che, come racconta Bovi nel suo libro, lo portò Oltreoceano con un sogno americano in testa. destinato, però, a fallire.

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