Pennac, anima e corpo

Rimini

BELLARIA. Il sipario del teatro Astra si alza stasera alle 21.15 e sul palco, seduto su una sedia, c’è Daniel Pennac. Il noto scrittore francese, autore – tra le tante pubblicazioni – del celebre saggio “Come un romanzo” e dell’amatissima saga di Malaussène, è protagonista del “Journal d’un corps. Storia di un corpo”.

Quarto appuntamento della rassegna teatrale “Per aspera ad astra”, lo spettacolo – in lingua originale con traduzione simultanea e con la regia di Clara Bauer – è una lettura scenica dell’ultimo libro di Pennac, intitolato appunto “Storia di un corpo” (Feltrinelli editore), in cui il protagonista racconta il suo corpo e le sorprese che gli suscita, nel corso degli anni.

Pennac, perché questo interesse per il corpo?

«Perché ne ho uno», risponde ridendo Pennac. Poi, tornando serio: «Perché nessuno si interessa al corpo in quanto corpo, alla relazione che ciascuno di noi intrattiene con il proprio corpo. Interessa solo il corpo nella pubblicità, nello spettacolo, nel cinema, oppure l’immagine medica, il consumo mediatico. Ma il rapporto intimo che ciascuno di noi intrattiene con il proprio corpo non è mai stato trattato e a me interessava».

Nel suo libro, il protagonista scrive questa sorta di diario che poi consegna alla figlia. Per quale motivo questo “regalo”?

«Inizialmente il protagonista scrive per se stesso e non ha intenzione di rendere pubblico il suo diario, ma a poco a poco, scrivendolo, si dice che forse può servire a qualcuno e così lo consegna alla figlia, dicendole di farne quello che vuole, anche di distruggerlo se pensa che non abbia interesse».

Quali sono le tappe essenziali del suo racconto del corpo?

«Infanzia, adolescenza, prima maturità, seconda maturità, vecchiaia, agonia».

Oggi vi è un grande interesse per il corpo, che però deve essere sempre giovane e perfetto. In Italia spesso si assiste a una sorta di culto del corpo, oggetto di cure, massaggi e trattamenti di bellezza. Cosa ne pensa?

«Non ho opinioni in merito e non voglio criticare le donne che si sottopongono alla chirurgia estetica. Non sono molto interessato a questo aspetto, anche se riconosco alla chirurgia estetica la capacità di aiutare il dolore creato dalla bruttezza. Però, quello che colpisce nelle cure generiche della chirurgia estetica è che le donne diventano tutte uguali, come se appartenessero alla tribù estetica, e questo provoca il contrario dello scopo prefissato, che dovrebbe essere il rafforzamento della propria identità. Con la chirurgia estetica l’identità viene distrutta e le donne divengono parte di un’unica tribù. Quando ne vedo una, la riconosco e mi fa ridere».

Tornando al suo spettacolo di questa sera, può dirci come si svolge?

«Si tratta di una lettura teatrale, con una scenografia, degli spostamenti in scena, luci… Tutto ideato dalla regista Clara Bauer, che ci consegna immagini meravigliose e inserisce questa lettura in una cornice magnifica».

Come mai ha deciso di portare sul palco il suo libro?

«È stata Clara Bauer che ha avuto questo desiderio, perché secondo lei si tratta di una creazione teatrale. Io ho accettato, perché ho sempre amato la lettura a voce alta. Mi piace farla e ascoltarla, in pubblico e in privato, anche in classe quando facevo il professore».

A proposito di classe, domattina lei incontrerà gli studenti delle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Bellaria Igea Marina. Quale messaggio vuole comunicare il suo spettacolo ai giovani?

«Per principio non cerco di comunicare messaggi. Riguardo quello che dico e scrivo, ognuno ne trae quello che vuole e desidera, sia i giovani sia gli anziani».

Ispirata e dedicata a “Journal d'un corps”, nella biblioteca Panzini è allestita la mostra “Libro dei sogni a occhi aperti” (ore 16-19, ingresso libero), selezione di libri d’artista e opere recenti della pittrice bellariese Giorgia Moretti.

Il biglietto per lo spettacolo di questa sera costa 15 euro, ridotto 12.

Info: 339 4355515

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