Bucci, scultore e medaglista

Rimini

Giannantonio Bucci (Ravenna 1925 – Cervia 2001) inizia gli studi artistici all’Accademia di belle arti di Ravenna trasferendosi poi a Bologna per diplomarsi nel 1945. Dopo il diploma studia e lavora per qualche tempo a Firenze e Carrara. A Ravenna ritorna nel 1959, prima come assistente alla cattedra di Figura e ornato, poi come docente di Scultura, andando a sostituire il suo primo maestro, il fiorentino Umberto Pinzauti. La nomina a direttore del Liceo artistico e dell’Accademia gli arriva nel 1965.
Bucci, oltre a produrre ritratti e piccole sculture di pregio, realizza una serie di grandi monumenti come quello ai Caduti del mare collocato sulla riva sinistra del porto di Ravenna, inaugurato nel 1960. Un marinaio in piedi, a gambe leggermente divaricate, con l’abbigliamento pesante da coperta, cappello impermeabile ad ampia tesa posteriore in testa, intento a scrutare l’orizzonte. Un’opera in travertino, sintetica e piena di vigore che richiama la sua frequentazione giovanile dello scultore carrarese Arturo Dazzi, il celebre autore dei “marinai col fucile” sul lungomare di Forte dei Marmi.
Fra i monumenti vanno ricordati il grande Pugilatore nei giardini pubblici di Forlì e San Francesco e il lupo posto all’esterno della basilica di San Francesco a Cotignola.
Bucci interviene anche sul patrimonio artistico romagnolo restaurando il monumento di Aurelio Saffi a Forlì e rifacendo quello a Luigi Carlo Farini a Ravenna, entrambi profondamente danneggiati dai bombardamenti dell’ultima guerra.
Ottimo ritrattista, raggiunge il livello di eccellenza nella medaglistica commemorativa. Ne produce almeno un centinaio per molti committenti, raffigurandovi un’ampia serie di personaggi fra i quali papa Giovanni Paolo II, gli eruditi ravennati Santi Muratori e Corrado Ricci, i poeti Dante Alighieri, Vincenzo Monti e Aldo Spallicci, i musicisti Mozart, Rossini, Paganini, Balilla Pratella e Verdi, i direttori d’orchestra Toscanini, Von Karajan, Muti, gli scultori Moore e Manzù e, più di ogni altro, Giuseppe Garibaldi. All’eroe dei due mondi ne dedica diverse, ritraendolo in ogni occasione con magistrale intensità e abilità scultorea.
La Cassa di Risparmio di Ravenna e la sua Fondazione gli dedicano il tradizionale calendario artistico del 2010 e ospitano nello stesso anno in Piazza del Popolo a Ravenna la mostra “Le opere di Giannantonio Bucci” della collezione di Duilio Donati dove figura, tra l’altro, gran parte della produzione medaglistica dell’artista. Nel bell’articolo, apparso sul numero 1 del 2001 della Piè, Romano Pasi, medico e storico ravennate, ricorda l’amico con queste parole commosse: «Giannantonio se n’è andato… e lascia quella amara sensazione di rammarico doloroso e d’incolmabile vuoto, che gli uomini ricchi di talento, d’ingegno, di arte, di cultura e di calore umano, inevitabilmente provocano nella cerchia di amici e di ammiratori». (s.s.)

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