Nuova legge, vittoria per l'editoria

Rimini

FORLÌ. «La legge nazionale di riforma dell’editoria è stata una grande vittoria che ha permesso di difendere uno dei capisaldi della nostra democrazia, qual è l’informazione, in una logica che è tutto fuorché assistenzialista».

Visibilmente soddisfatto, anche se consapevole che il cammino non è ancora completato, Roberto Rampi, il deputato del Pd relatore della nuova normativa che ha messo mano ad un ambito molto delicato e contrastato anche politicamente dando una nuova veste anche ai contributi pubblici, intervenuto ieri a Forlì al convegno su pluralismo e futuro dell’informazione promossa da Legacoop Romagna e Mediacoop (presieduta da Roberto Calari). Realtà queste ultime in prima fila negli ultimi due anni per sostenere l’iter e l’approvazione della normativa.

Introdotto da Guglielmo Russo e Mario Mazzotti, rispettivamente presidente e direttore della centrale cooperativa romagnola, che hanno rimarcato il sacrificio sopportato in questi anni da tante realtà editoriali – alcune delle quali anche costrette a chiedere i battenti – Rampi ha parlato apertamente di principi cardine, quali appunto pluralismo e qualità dell’informazione, che hanno ispirato la legge.

«Abbiamo difeso, convincendo una parte del Parlamento più ampia rispetto alla maggioranza di Governo, la funzione pubblica dell’informazione, a maggior ragione quella di matrice cooperativa, che non può essere considerata una merce come le altre, e quindi soggetta solo alle leggi di mercato. Abbiamo vinto una battaglia non certo la guerra. Ora ci sono i decreti attuativi da fare, bene e in fretta. Ma vedo molto positivamente anche la volontà della Regione Emilia-Romagna di dar vita ad una legge di sostegno al settore».

Ad illustrarla è stata la consigliere regionale Valentina Ravaioli, tra i firmatari nel 2015 della risoluzione con cui se ne chiedeva l’introduzione, ora ormai imminente grazie al lavoro del relatore Giorgio Pruccoli. Appoggio al settore, confermato dalla loro presenza al convegno, anche da parte dei parlamentari romagnoli Bruno Molea, Marco Di Maio, Stefano Collina e Tiziano Arlotti.

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